La Sardegna è la regione italiana con il maggior numero di progetti per installazioni eoliche e fotovoltaiche d’Italia. Un Far West che la neo-presidente Alessandra Todde ha ereditato dal predecessore Christian Solinas, che della deregulation aveva fatto una bandiera. Ora Todde è chiamata a mettere ordine. Le abbiamo chiesto come intende agire.
Presidente Todde, insieme alla Sanità, l’energia è stato uno dei grandi temi della campagna elettorale. Lei ha sempre detto di voler “regolarizzare” il Far West delle energie green in Sardegna: come pensa di farlo?
Oggi (ieri, ndr) abbiamo approvato il disegno di legge, da discutere poi in Consiglio, necessario a garantire che lo sviluppo e la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili avvenga in un contesto di tutela e salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Non mi stancherò di ripetere che siamo convintamente a favore della transizione ecologica, ma totalmente contrari a chi, riempiendosi la bocca di parole come tutela dell’ambiente o sostenibilità, specula e lucra barbaramente su territorio, suolo e paesaggio. Non possiamo più permettere che il nostro territorio venga calpestato.
Che ne sarà di tutti i progetti che per ora sono solo sulla carta?
Tutti i nuovi interventi di istallazione saranno sospesi per un massimo di 18 mesi e, in questo stesso lasso di tempo, lavoreremo all’individuazione di tutti gli strumenti legislativi opportuni per impedire lo scempio che si sta prospettando nella nostra Isola. La Sardegna deve programmare l’utilizzo e il consumo del proprio suolo per porre fine, finché siamo in tempo, ai tanti danni derivati dall’installazione, costruzione, realizzazione e avviamento di nuovi impianti che impattano sul territorio.
Al G7 di Torino il ministro Fratin ha sottolineato che l’Italia è pronta a uscire dal carbone per la produzione di energia anche domani, ma ha aggiunto che per la Sardegna il discorso è diverso… e che per l’Isola ci vorrà più tempo. È così?
È necessario, in Sardegna come altrove, rivedere interamente il piano energetico regionale, considerando la necessità del phase out dal carbone e di governare la transizione ecologica per raggiungere gradualmente un nuovo e migliore equilibrio tra la tutela ambientale e l’esigenza di famiglie e imprese.
L’energia è stato il suo “pane” prima di entrare in politica e anche quando ha rivestito cariche governative, è un argomento che conosce: è mai stata interpellata dal ministro Fratin? A Roma trova collaborazione?
La Sardegna ha bisogno di sviluppare un piano energetico efficace e al passo con i tempi. Ma soprattutto che permetta ai sardi di risparmiare sulle bollette ormai diventate tra le più alte d’Italia. Con Roma il dialogo è necessario, e sono convinta che il confronto con il governo sarà proficuo perché ciò che conta è l’interesse comune.
Cosa dice a quei sindaci spaventati dalle navi che attraccano cariche di pale eoliche?
In soli 20 giorni, abbiamo dimostrato di essere conseguenti con diverse proposte fatte durante la campagna elettorale: abbiamo messo mano alla Sanità per iniziare una stagione diversa rispetto al passato, abbiamo bloccato la delibera sui nuovi ospedali voluta da Solinas che sprecava centinaia di milioni, abbiamo riportato trasparenza, rimesso al centro i cittadini e portato in giunta il ddl “Salva Sardegna” che blocca i tentativi di speculazione energetica. Quindi, ai sindaci e ai cittadini dico di avere fiducia e di lavorare uniti per il bene della nostra terra.