Meloni nel mirino delle opposizioni. Il discorso con cui la premier Giorgia Meloni ha chiuso la kermesse di Fratelli d’Italia a Pescara, annunciando la sua candidatura a capolista del suo partito in tutte le circoscrizioni alle prossime elezioni Europee, ha provocato le reazioni sdegnate da parte di tutti i partiti di opposizione.
Meloni, l’affondo di Schlein: l’isola che non c’è
“Un’ora di discorso senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d’attesa che si allungano per i suoi tagli. Senza nemmeno citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023”, così la leader del Pd Elly Schlein commenta il discorso della premier.
“Giorgia Meloni è nel paese delle meraviglie, seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica – aggiunge -. ‘L’Italia è cambiata’, dice lei. Purtroppo sì, ma in peggio, basta chiederlo alle persone, basta stare in mezzo alla gente. Il problema è che la presidente del Consiglio si divide tra palazzo Chigi e la propaganda di TeleMeloni, ha perso il contatto con la realtà”, aggiunge la segretaria dem.
Meloni, la stoccata di Conte: è un re Mida al contrario
“‘Con Giorgia L’Italia cambia l’Europa’: per una volta la premier ha ragione. Le abbiamo lasciato un’Italia che riportava a casa 209 miliardi del Pnrr per infrastrutture, investimenti, sanità. Nemmeno il tempo di arrivare a Bruxelles da premier, ha dato l’ok a un accordo con tagli da 13 miliardi l’anno che colpiranno le tasche degli italiani, i servizi, la sanità, le scuole con un’onda di austerità. Da ‘patriota’ a Re Mida al contrario: quel che tocca distrugge. Fermiamola!”, commenta il leader del M5S, Giuseppe Conte.
Meloni, la replica di Bonelli: è la dea dell’inganno
Sulla stessa lunghezza d’onda Angelo Bonelli: “Meloni, come Apate dea dell’inganno, ciò che ha detto oggi da Pescara è il nulla assoluto, racconta un Paese che non c’è”.
Per il deputato di Avs “sono i dati a sconfessarla: in Italia ci sono 5,7 milioni di persone in povertà assoluta, mentre banche e società energetiche hanno realizzato negli ultimi due anni extraprofitti per quasi 80 mld di euro, senza che venissero tassati di un centesimo”.
Poi Bonelli aggiunge: “Il governo nega il salario minimo e blocca le politiche sul clima, mentre la siccità al Sud compromette l’agricoltura e gli allevamenti. Di tutto ciò Meloni non ha parlato, ma in che pianeta vive?”
Infine un passaggio sulla libertà di stampa. “La premier vuole manipolare la realtà attaccando anche il giornalismo d’inchiesta, come nel caso di Report, e dà solidarietà al premier Rama senza rispondere nel merito. Povera democrazia e povera Italia, governata da chi vede il mondo con i paraocchi”.
Meloni, le reazioni all’attacco contro la libera stampa
Ma è la solidarietà al premier albanese Edi Rama con il nuovo attacco a Report da parte di Meloni che ha scatenato l’indignazione delle opposizioni e non solo.
“Dopo l’editto Bulgaro siamo ora a quello Albanese”, scrive l’Usigrai in una nota. “Per Giorgia Meloni fare luce sulle modalità con le quali sono stati formalizzati gli accordi con il primo ministro Edi Rama per i centri immigrati da costruire in Albania equivale ad un ‘linciaggio’ al popolo albanese”.
“La Meloni – scrive il conduttore di Report Sigfrido Ranucci – ha invitato a dare solidarietà a Rama. Ma ci sono i sondaggi in Albania che mostrano che il popolo albanese, in percentuali tra il 60% e l’80% crede più a quanto riportato da Report, che alla versione di Rama”.
Poi il conduttore della trasmissione di Rai 3 annuncia: “Torneremo sul tema questa sera con un servizio che indagherà gli scarsi risultati del decreto Cutro fino ad ora. Con documenti esclusivi racconteremo invece come alcuni esponenti di primo piano del governo abbiano sfruttato a proprio vantaggio i depistaggi sulle ong alla base di alcune inchieste giudiziarie. Stasera su Rai3 alle ore 20.55″.
In difesa di report si leva anche la voce dei 5 Stelle. “I continui attacchi di un presidente del Consiglio al lavoro giornalistico sono una macchia indelebile sulla nostra stessa democrazia”, dice il candidato Ue e direttore uscente de La Notizia, Gaetano Pedullà.
Ricordando che alla guida del giornale “ho subìto ogni forma di censura dalla destra più becera di sempre, che oggi ci governa: dalle moltissime cause temerarie all’esclusione dalle trasmissioni di Rai e Mediaset. Un fuoco di sbarramento che rende ancora più difficile e pericoloso il lavoro dei cronisti con il coraggio di raccontare i fatti senza piegarsi alle pressioni del potere.
Per questo, conclude Pedullà, “esprimo la mia massima solidarietà a Sigfrido Ranucci e ai colleghi del servizio pubblico presi di mira in modo vergognoso dalla premier Meloni. Senza un’informazione libera non c’è libertà”.
Meloni, pure Renzi e Calenda all’attacco
“Giorgia Meloni chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che non andrà al Parlamento Europeo. A lei non interessa contare davvero in Europa: le serve contarsi in Italia. Non è una statista, è un’influencer”, scrive il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
“La discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di ‘una piccola Italia in una piccola Europa’ di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida anti-europea mettendosi direttamente in gioco. Dopo aver consultato il direttivo del partito, io ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni”, annuncia il leader di Azione, Carlo Calenda.