Dai “provvedimenti drastici” annunciati a mezzo stampa, con tanto di promessa solenne (“chi ha sbagliato paga”), alla marcia indietro (“l’unica certezza che ho è che non c’è stata alcuna censura”) il passo è breve. E pazienza se la relazione che dovrebbe fare luce sul caso del monologo saltato dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile non è stata ancora consegnata. La linea dura annunciata dall’Ad di Viale Mazzini, Roberto Sergio, è già stata archiviata.
Un epilogo del resto già ampiamente previsto da questo giornale: “Il caso (o)Scurati che ha scatenato negli ultimi giorni roventi polemiche sul servizio pubblico radio-televisivo finirà come deve finire. Disperdendosi come al solito nel nulla – recita l’editoriale della Notizia del 23 aprile scorso -. Un film già visto nella Rai pagata dagli italiani, ma controllata dai partiti e dal governo di turno, dove si continua a cambiare tutto perché nulla cambi ad ogni cambio di maggioranza“.
Passata la festa (della Liberazione), gabbato lo santo.