Contro le manifestazioni Pro-Palestina e in favore del Sudan che si sono tenute al Cairo, il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, usa il pugno di ferro. Secondo quanto denuncia Amnesty International, sono dodici gli attivisti arrestati a seguito delle proteste di piazza.
Tra loro anche due persone con doppia cittadinanza italiana ed egiziana, Lina Aly e Mohammed Farag, che erano intente a manifestare in solidarietà di Gaza. A finire in manette diverse attiviste che partecipavano a una manifestazione davanti all’ufficio delle Nazioni Unite al Cairo, tra cui Lubna Darwish, Mahienour Al-Masry Rasha Azab, Ragia Omran, Farida Al-Hafni, Asmaa Naim, Mai Al-Mahdi, Iman Aouf, Yousra Al-Kalisli, Hadeer Al-Mahdawi, Arwa Marei, Israa Youssef, Youssef Shaaban.
Manifestazioni pro-Palestina, scatta la repressione
Amnesty International ha condannato la repressione avvenuta affermando: “Le autorità egiziane devono rilasciare immediatamente le attiviste arrestate arbitrariamente oggi semplicemente per la loro protesta pacifica in solidarietà con le donne in Palestina e Sudan davanti all’ufficio delle Nazioni Unite al Cairo”. Le forze di sicurezza hanno attaccato le attiviste durante una protesta davanti alla sede dell’Ufficio delle Nazioni Unite per le donne, chiedendo la fine della violenza contro le donne a Gaza e in Sudan, e ne hanno arrestate alcune.
Secondo il sito web della piattaforma locale degli attivisti egiziani un poliziotto delle forze di sicurezza dell’Ufficio delle Nazioni Unite per le donne ha strappato il telefono di uno dei partecipanti ad una manifestante davanti alla sede dell’agenzia e lo ha rubato. L’attivista Lubna Darwish ha detto su X prima del suo arresto: “Il poliziotto ha spinto un gruppo di manifestanti quando hanno cercato di opporsi ed è fuggito in macchina, e un gruppo della sicurezza in motocicletta lo ha inseguito”.