Quando Benjamin Netanyahu ha ripetuto fino allo sfinimento che l’agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti ai palestinesi (Unrwa) sarebbe stata in combutta con i terroristi di Hamas, i governi di mezzo mondo, a partire da quello italiano guidato da Giorgia Meloni, complice una campagna mediatica martellante, non hanno esitato a schierarsi dalla parte di Israele sospendendo i finanziamenti in favore dell’organizzazione.
Peccato che si trattasse di fake news da parte del governo di Tel Aviv che sono state smontate, nel silenzio carico di imbarazzo dei media mainstream, dall’indagine indipendente guidata dall’ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna, commissionata dalle Nazioni Unite, che ha certificato l’assenza di legami tra personale Unrwa e terroristi, arrivando a mettere nero su bianco che Israele “deve ancora fornire prove a sostegno” delle proprie affermazioni.
Davanti a questo scenario surreale, sarebbe lecito aspettarsi dai governi che tanto celermente hanno eseguito i diktat di Netanyahu, l’immediata riattivazione dei finanziamenti all’agenzia Onu e magari anche delle scuse.
Da Israele accuse infondate all’agenzia Unrwa dell’Onu
Invece niente, l’occidente sembra volersi girare dall’altra parte. Come spiegato a La Notizia dalla deputata e capogruppo M5S in commissione Antimafia, Stefania Ascari, quello preparato dalla commissione d’indagine internazionale è “un rapporto importantissimo da cui emerge un’amara verità, ossia che anche la propaganda può diventare una pericolosa arma di guerra. Le accuse avanzate da Israele contro Unrwa, pur non essendo documentate, hanno di fatto provocato la sospensione degli aiuti umanitari indispensabili per i civili palestinesi e permesso che i dipendenti dell’agenzia fossero additati come criminali”.
Come fa notare la pentastellata, “da Unrwa dipendono la fornitura di aiuti e la vita di oltre 2 milioni di persone a Gaza e di oltre 4 milioni di rifugiati palestinesi in Siria, Giordania e Libano. Mirando a Unrwa è stata colpita la spina dorsale del sistema umanitario a Gaza, proprio nel momento in cui la popolazione aveva più bisogno di aiuto per sopravvivere”.
Ma l’esito dell’indagine, prosegue la Ascari, non sorprende e, infatti, spiega che “più volte abbiamo chiesto al Governo italiano di tornare sui suoi passi, anche perché Unrwa si compone di 13mila operatori e le accuse, tutte da dimostrare, erano rivolte a solo 12 di loro. Intanto 178 dipendenti dell’agenzia sono stati uccisi a Gaza e gran parte delle sue strutture distrutte dai bombardamenti. Oggi il Governo Meloni non può più sottrarsi a questa richiesta e deve ripristinare il finanziamento e la piena fiducia ad Unrwa riparando, per quanto possibile, ai danni fatti. Senza Unrwa non c’è speranza per la popolazione palestinese”.
Le altre reazioni dopo la sconfessione delle accuse di Israele
Dello stesso avviso anche Peppe Provenzano responsabile Esteri, Europa e cooperazione internazionale nella segreteria Pd, che scrive su X: “Signor ministro Antonio Tajani, signore e signori del Governo. Lo chiediamo da mesi, lo chiediamo oggi alla luce del Rapporto Onu: sbloccate i finanziamenti all’Unrwa. Lo ha fatto l’Ue, non c’è alcuna ragione per cui non lo faccia l’Italia. Venite a spiegarlo in Parlamento”.
Molto dura anche Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, che attacca: “Le accuse che Israele ha rivolto all’Unrwa di essere collusa con Hamas sono infondate. Ora basta scuse, l’Italia ripristini immediatamente i fondi all’agenzia”.