Nuova procedura d’infrazione europea contro l’Italia (ormai è un’abitudine!). Questa volta rischiamo una multa di minimo 10 milioni di euro per il trattamento riservato ai precari della scuola. Un esercito di 130 mila persone, secondo i sindacati, che possono restare in servizio anche decenni senza riuscire mai a trasformare i loro rapporti in un contratto a tempo indeterminato. Secondo la Commissione Ue, infatti, lo Stato utilizza i supplenti con contratti a termine “continuativi”, che durano anche molti anni, e così lasciano questi lavoratori “in condizioni precarie nonostante svolgano un lavoro permanente come gli altri”. E non finisce qui. Nel mirino anche gli stipendi che vanno adeguati, visto che i precari “svolgono lo stesso lavoro ma hanno un contratto diverso” rispetto agli immessi già in ruolo. Adesso l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea altrimenti la procedura verrà portata davanti alla Corte di giustizia europea che, nel caso di condanna e mancato rispetto della sentenza, può sanzionare il nostro Paese con multe milionarie.
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