“È caduta la maxi-inchiesta avviata dalla procura di Trapani nel 2016, la prima della triste epoca di propaganda che ha trasformato i soccorritori in ‘taxi del mare’ e ‘amici dei trafficanti’. Il giudice ha chiuso definitivamente il caso decretando l’infondatezza delle accuse e spazzando via qualunque sospetto di collaborazione con i trafficanti”. Così informano le Ong chiamate in causa davanti al gup di Trapani.
Infondato il sospetto di collaborazione tra i trafficanti e le Ong impegnate nel soccorrere i migranti in mare
“L’indagine – si aggiunge – che ha coinvolto Medici senza frontiere e altre Ong, ha visto un mastodontico impianto accusatorio basato su illazioni, intercettazioni, testimonianze fallaci e un’interpretazione volutamente distorta dei meccanismi del soccorso per presentarli come atti criminali”.
“La decisione del giudice che stabilisce come il fatto che era contestato non sussisteva, accoglie integralmente la tesi della difesa e dimostra che questi sette anni, tra indagini e udienza preliminare, non sono stati altro che un esercizio di propaganda. Ci auguriamo che questa sentenza sia di buon auspicio per chiudere questa ignobile stagione di criminalizzazione contro le ONG che continua tutt’oggi” ha detto il consulente legale di Medici senza frontiere, Matteo Zamboni commentando la sentenza del gup di Trapani.
Christou: “Le morti in mare continuano ad aumentare”
“Gli attacchi alla solidarietà continuano attraverso uno stillicidio di altre azioni: decreti restrittivi, detenzione delle navi civili, supporto alla guardia costiera libica che ostacola pericolosamente i soccorsi e alimenta sofferenze e violazioni, mentre le morti in mare continuano ad aumentare”, ha detto Christos Christou, presidente internazionale di Msf.