Davanti alle forniture a rilento, per l’Ucraina sta diventando sempre più complicato resistere all’offensiva della Russia. Nelle ultime ore l’esercito russo ha lanciato tre attacchi missilistici nei pressi del centro di Chernihiv, città dell’Ucraina settentrionale, causando almeno dieci vittime e molti feriti.
A riferirlo, con un video su Telegram, il capo dell’Amministrazione militare regionale di Chernihiv, Viacheslav Chaus.
L’Ucraina è rimasta senz’armi e Putin ne approfitta
Un raid che ha fatto infuriare Volodymyr Zelensky che si è scagliato contro gli alleati occidentali, rei di averlo abbandonato. Infatti, il presidente ucraino ha dichiarato che dopo quanto accaduto a Chernihiv, “continuano le operazioni di soccorso” rese necessarie dall’attacco missilistico russo. Ci sarebbero, infatti, diverse persone rimaste intrappolate sotto le macerie.
“Al momento, 10 persone risultano morte e 20 ferite. Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici. Purtroppo, il bilancio delle vittime potrebbe salire”, ha spiegato Zelensky che poi si è scagliato contro l’intero occidente: “Tutto questo non sarebbe successo se l’Ucraina avesse ricevuto sufficienti attrezzature di difesa aerea e se la determinazione del mondo a contrastare il terrore russo fosse stata sufficiente. Il sostegno conta”.
La strategia del Cremlino per il dopo guerra in Ucraina
Quel che è certo è che per l’Ucraina, dove da tempo si parla di carenza di armi e possibile tracollo del fronte difensivo, le cose si mettono di male in peggio. Questo perché “la Russia non combatte questa guerra per i territori ma per garanzie e accordi blindati sulla sicurezza. L’Ucraina deve essere assolutamente neutrale. Il minimo accettabile per un armistizio sarebbe un ritorno al comunicato di Istanbul dell’aprile 2022, con in più il riconoscimento del controllo russo sui territori conquistati. Quel documento stabiliva uno status neutrale per l’Ucraina, quindi la fine di ogni discorso sull’adesione alla Nato e limiti stretti alle dimensioni delle sue forze armate”.
Questo quanto dichiarato da Dmitrij Suslov, direttore del Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di Economia di Mosca nonché uno dei più ascoltati consiglieri di politica estera del Cremlino, in un’intervista al Corriere della Sera. “Il Cremlino considera queste precondizioni irrinunciabili per un armistizio. Per questo le chance di una tregua nel futuro prevedibile sono molto basse. Per noi l’Ucraina dev’essere veramente neutrale. Tenere in piedi l’attuale livello di cooperazione tra Kiev e gli occidentali dopo una tregua sarebbe una sconfitta per la Russia”.