Da un lato le inchieste in Puglia che tormentano una parte del centrosinistra, dall’altro le tensioni che agitano il centrodestra. Sono queste le due principali direttrici che stanno pesando – non poco – sulle intenzioni di voto dell’elettorato italiano. Come emerge dall’ultimo sondaggio di Swg per La7, lo scossone maggiore lo subisce il Partito democratico che nell’ultima settimana, a causa del terremoto giudiziario a Bari e dintorni e alla reazione ‘poco vigorosa’ davanti a simili avversità, cede lo 0,4 per cento, assestandosi al 19,4 per cento.
Si tratta di una battuta d’arresto che allontana i dem di Elly Schlein dalla soglia psicologica del 20 per cento e soprattutto dalla rincorsa a Fratelli d’Italia che resta il primo partito. Infatti, la creatura di Giorgia Meloni è riuscita a guadagnare lo 0,3 per cento, interrompendo una discesa iniziata da settimane, grazie alla quale è risalita al 27,2 per cento.
Il successo pentastellato secondo il sondaggio
Mentre il Pd paga dazio per lo tsunami giudiziario, a uscirne rafforzato è il Movimento 5 Stelle. Sondaggi alla mano, la scelta di Giuseppe Conte di abbandonare la giunta pugliese di Michele Emiliano per via dello scandalo che ha coinvolto alcuni consiglieri regionali sembra pagare. Dal sondaggio emerge che i pentastellati, negli ultimi sette giorni, sono cresciuti dello 0,4 per cento, arrivando a quota 16 per cento. Un dato che lascia pensare che gli elettori hanno apprezzato il fatto che i Cinque Stelle non sono arpionati alla sedia e che sulla legalità non fanno sconti a nessuno, neanche agli alleati.
La fibrillazione della Lega si ripercuote nei sondaggi
Ma se il Partito democratico piange, la Lega e Forza Italia di certo non ridono. Particolarmente emblematica è la situazione del Carroccio, in calo dello 0,2 per cento e arrivato a un preoccupante 8,6 per cento, dove è in corso una vera e propria faida interna che potrebbe portare, forse già dopo le prossime elezioni europee, a una resa dei conti.
A lasciarlo pensare è quanto accaduto in occasione della festa per i 40 anni della Lega quando il senatùr Umberto Bossi, senza tanti giri di parole, ha detto che “alla Lega serve un nuovo leader che vada nella direzione dell’autonomia, che rimetta al centro la questione settentrionale”.
Si tratta di un giudizio pesante non solo perché a pronunciarlo è il fondatore del Carroccio ma, soprattutto, perché sono in tanti a pensarla come lui. Soltanto pochi giorni fa, la Stampa ha pubblicato una lettera firmata da 21 tra amministratori, ex parlamentari ed ex consiglieri regionali, “garbata nei toni e durissima nei contenuti, recapitata al leader Matteo Salvini” a cui chiedono “di essere ascoltati” al fine di “sottoporre urgenti riflessioni” in merito alla linea del Carroccio per le europee.
Mal di pancia che, evidentemente, stanno avendo ripercussioni sull’elettorato della Lega. Scendono anche Forza Italia – Noi Moderati che cedono lo 0,4 per cento, toccano l’8,4 per cento e rimandano il sorpasso, dato per certo da tanti opinionisti nelle settimane scorse, proprio sulla Lega.
Tutti i partiti minori secondo il sondaggio
Tra i partiti minori spicca la lista Stati Uniti d’Europa, la coalizione che mette insieme Italia Viva, +Europa e Psi, che pur in calo dello 0,1 per cento si assesta al 5,2 per cento, ossia saldamente al di sopra della soglia di sbarramento del 4 per cento prevista per le europee. Percentuale minima per entrare all’Europarlamento che viene raggiunta anche da Azione con il 4,2 per cento (+0,2) e Alleanza Verdi e Sinistra al 4,1 per cento (+0,2).
Strada in salita, invece, per Libertà che si ferma all’1,9% (+0,4), Pace Terra Dignità all’1,8% (+0,2) e Democrazia Sovrana e Popolare che resta inchiodata all’1,4%.