Da un lato il governo e il ministro Matteo Salvini che tirano dritto affermando che il Ponte sullo Stretto è un’opera necessaria e si farà, dall’altro le proteste e gli esposti di quanti nutrono dubbi sulla fattibilità dell’opera e – soprattutto – sulla necessità di realizzarla. Difficile trovare un’opera pubblica che più di questa dimostri la distanza, ormai abissale, che separa la politica dai suoi cittadini. Già perché il Ponte rischia di trasformarsi in una costosissima cattedrale nel deserto che non migliorerà la mobilità dei siciliani, ostaggi di una rete stradale a dir poco vetusta e fatiscente.
A dirlo chiaro e tondo sono gli stessi abitanti dell’Isola che ieri sono tornati in piazza per manifestare contro la faraonica infrastruttura, tra il silenzio generale dei media mainstream, e supportati soltanto dal Movimento 5 Stelle. In particolare ieri, Giuseppe Conte ha tenuto a incontrare i residenti di Torre Faro a Messina che, come noto, rischiano di perdere le proprie abitazioni per far posto al Ponte sullo Stretto. Ed è da qui che il leader pentastellato ha voluto dar voce ai cittadini raccontando di aver “raccolto testimonianze in Calabria e in Sicilia di coloro che si lamentano per questa infrastruttura che concepita in questi termini non ha nessuna utilità pubblica. Dobbiamo lavorare per realizzare infrastrutture che servono sia alla Sicilia che alla Calabria”.
Il Ponte sullo Stretto non piace ai cittadini
Secondo Conte “è una follia togliere dal Fondo per lo sviluppo e la coesione della Sicilia” la cifra di “un miliardo e 300 milioni di euro che servirebbero per realizzare l’autostrada Siracusa-Gela, che attende di essere completata da una vita”, e invece, rischiano di venire “versati insieme a tanti altri per un’opera che non sappiamo neppure se verrà mai realizzata”. Questo perché, spiega il leader del Movimento, i tecnici e gli esperti “ci segnalano grandi criticità ingegneristiche ambientali e per il trasporto. Non prendiamo in giro i nostri concittadini siciliani e calabresi e gli altri italiani, se vogliano fare le cose per bene realizziamo le infrastrutture viarie che servono. Parlando della Sicilia realizziamo impianti idrici che servono in questo momento perché la Sicilia è senz’acqua, questi sono gli investimenti che davvero servono”.
Proprio per questo, aggiunge Conte, “siamo assolutamente contrari alla realizzazione del Ponte sullo Stretto ma il nostro non è un no ideologico, ma è un no motivato dalla inutilità di questa infrastruttura e dalla assurdità di volere concentrare 12 o 15 miliardi di euro, forse addirittura 20 miliardi, per progettare e pensare di potere realizzare una simile opera”. “Il ministro Salvini sta portando avanti la realizzazione di quest’opera con grande superficialità, pensando di passare alla storia per questo progetto” ma così facendo “rischia di venire ricordato” per quello che si prospetta come “un sonoro fallimento”.
Arriva l’esposto sul Ponte sullo Stretto
Ma non è tutto. Nelle ultime ore una quarantina di professionisti messinesi, tra magistrati, professori e cittadini che dovranno subire espropri, hanno depositato un esposto alla Procura di Messina e alla Corte dei conti, nonché per conoscenza alla Procura di Roma e al Cipess (il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ndr), in merito “alla regolarità di alcuni pareri e documenti presentati per la costruzione del ponte sullo Stretto”.
Stando a quanto riporta l’Ansa, gli scriventi “hanno chiesto all’autorità giudiziaria di verificare se il parere e la delibera non abbiano creato le premesse per un ingiusto e illecito depauperamento delle casse dello Stato”.
Salvini tira dritto: “L’opera si farà”
Critiche ed esposti che non scalfiscono la granitica convinzione di Salvini che ieri ha detto che “all’estero” c’è molto interesse sulle grandi opere infrastrutturali italiane a partire “dal Ponte sullo Stretto” e che “le piccole polemiche locali per la sua realizzazione sono solo un rumore di fondo”. Proprio per questo intende tirare dritto, ribadendo che “l’obiettivo è di aprire i cantieri nel 2024 e portare i colleghi del G7 a visitarli” già quest’anno.
Poi, concludendo, ha spiegato che questo “non è il Ponte di Salvini, io sono nato a Baggio: lo userò sicuramente ma sarà una rivoluzione” per milioni di persone.