La svolta ecologista italiana non passa per le rinnovabili o per l’azzeramento delle emissioni, ma per il nucleare. Il governo continua a spingere sull’energia atomica per il futuro del nostro Paese. E per una volta lo fa mostrando compattezza, con un’unione di vedute che riguarda i ministri di tutti i partiti: da Forza Italia alla Lega, passando per Fratelli d’Italia.
Il convegno all’università di Pavia sul nucleare italiano e il cambiamento climatico riunisce infatti il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, quello del Made in Italy, Adolfo Urso, e anche il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. L’obiettivo? Aumentare il pressing sul nucleare, su cui il messaggio non cambia: si deve tornare alla produzione di energia nucleare in Italia. E se fosse necessario il leader della Lega sarebbe disposto anche a indire un referendum per far tornare gli italiani a esprimersi: “Lo farei anche domani mattina”, afferma annunciando che porterà il dossier in Cdm nel 2024.
La strana svolta green del governo
Così mentre tutto il mondo parla di svolta green attraverso le rinnovabili e la riduzione a tutti i costi delle emissioni, il governo italiano preferisce puntare tutto sul nucleare. Anzi, come spiega il ministro dell’Ambiente, proprio “il nuovo nucleare può essere – a giudizio dell’esecutivo – una risorsa per il contrasto ai cambiamenti climatici”. In pratica per Fratin il nucleare rappresenterebbe la svolta green tanto attesa e mai davvero inseguita e compiuta in Italia.
Il governo, spiega il ministro, sta studiando proprio questo nuovo nucleare e lo sta “valutando per gli usi futuri nel nostro Paese”. Insomma, la marcia verso il ritorno al nucleare procede spedita. Per Pichetto Fratin il nucleare rappresenta “una scelta ecologica e una strategia efficace per supportare l’impegno italiano contro il surriscaldamento globale”. Il futuro energetico dell’Italia dovrà quindi basarsi sul nucleare come “energia di sostegno al sistema delle rinnovabili”, che a giudizio del ministro sono “discontinue”. Meglio, quindi, “i piccoli reattori” che invece “potrebbero fornire continuità”, secondo Pichetto.
La neutralità carbonica entro il 2050 resta comunque l’obiettivo da perseguire, sottolinea il titolare dell’Ambiente. Ma, a suo giudizio, “pensare di riuscire a sostituire tutti gli usi degli idrocarburi solo con le rinnovabili è un obiettivo sfidante, ma molto molto complesso. Solare ed eolico hanno ricevuto dal nostro governo governo una spinta eccezionale, ma non sono una fonte ambientalmente neutra né indolore. Ci sono decine di comitati che contestano i progetti di impianti per l’energia rinnovabile”. Peccato che molti di più siano quelli che contestano l’energia atomica, ma che il governo non sembra voler ascoltare.
Esiste solo il nucleare
Non può mancare, poi, l’ormai consueto scarico delle responsabilità sull’Ue. Oggi, sottolinea Pichetto Fratin, in Europa “si produce circa il 20% dell’energia dal nucleare, in alcuni Paesi la produzione di energia nucleare supera il 50% del fabbisogno nazionale e le politiche Ue nella legislatura che si sta chiudendo sono state tutte improntate alla sostituzione, direi ideologica, dall’energia degli idrocarburi con l’energia elettrica”. Insomma, l’Ue vorrebbe avvantaggiare alcuni Paesi come la Francia, per il ministro.
Praticamente ciò che fa il ministro dell’Ambiente è definire la strategia energetica del governo per i prossimi anni: “Per muovere il Paese con l’elettrico bisognerebbe coprire il Paese con pannelli solari e pale eoliche. Dobbiamo andare con cautela, la scelta del governo è quella di riaprire il capitolo del nucleare nel nostro Paese”. Quindi più nucleare che rinnovabili.
E che la maggioranza stia cercando sempre più di convincere gli italiani della necessità di puntare sul nucleare lo dimostrano anche le parole di Luca Squeri, deputato e responsabile energia di Forza Italia. A suo giudizio, infatti, per raggiungere la decarbonizzazione “è necessario compiere una scelta di prospettiva, su cui l’opinione pubblica, in maggioranza, è già orientata”. Insomma, le destre hanno già deciso: gli italiani vogliono il nucleare. Nonostante siano stati loro stessi a cancellarlo con un referendum.