I Pasdaran dell’Iran hanno sequestrato oggi la nave Msc Aires dirottata nello Stretto di Hormuz. La Mediterranean Shipping Company (Msc) ha confermato che autorità iraniane sono salite a bordo della portacontainer e che i 25 membri del suo equipaggio stanno lavorando con loro per risolvere la situazione e “garantire il rientro sicuro della nave”. L’imbarcazione, ha confermato l’agenzia di stampa iraniana “Tasnim“, è stata dirottata con elicotteri dalle forze della Marina del Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica dell’Iran (i Pasdaran) intorno a mezzogiorno, perché’ ritenuta affiliata “al regime sionista”.
Si tratta della portacontainer Msc Aries, battente bandiera portoghese e gestita dalla società Zodiac Maritime, con sede a Londra e di proprietà del miliardario israeliano Eyal Ofer. Secondo alcune fonti, l’equipaggio attualmente sotto sequestro sarebbe formato da marinai filippini.
Il dirottamento è stato annunciato dall’Agenzia per le operazioni commerciali marittime del Regno Unito (Ukmto), precisando che l’imbarcazione è stata intercettata a 50 miglia nautiche a nord-est della città emiratina di Fujarah, nello Stretto di Hormuz, canale che collega il Golfo persico al Golfo di Oman.
Nel frattempo, un funzionario del Pentagono ha affermato ai media statunitensi di essere “a conoscenza” del sequestro di una nave portacontainer nello Stretto di Hormuz, e di “star monitorando” la situazione.
Il sequestro della nave si inserisce in un contesto di alta tensione nella regione e a livello internazionale, in particolare dopo che, lo scorso primo aprile, il consolato iraniano a Damasco, in Siria, era stato colpito da un attacco israeliano. Nell’attacco, erano morte diverse persone, incluso il generale Mohammad Reza Zahedi, comandante delle Forze Qods dei Guardiani della rivoluzione islamica.
Ieri, una fonte diplomatica iraniana aveva riferito al portale di informazione “Amwaj” che le alture del Golan, occupate da Israele dal 1967, sarebbero un “obiettivo primario” di un’eventuale risposta dell’Iran all’attacco al consolato di Damasco. “Una risposta sta arrivando” aveva detto la fonte, e “sarà un attacco limitato ma preciso”.
Da parte sua, il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, aveva detto che il Paese è preparato “alla difesa e all’attacco” e ad affrontare sfide provenienti da “altri scenari”. Il portavoce delle Forze di difesa d’Israele (Idf), Daniel Hagari, ha dichiarato oggi che “l’Iran subirà le conseguenze della scelta di aggravare ulteriormente la situazione” in Medio Oriente.