Un 1% di azioni non si nega nessuno. Soprattutto non lo nega il ministro dei Trasporti leghista, Matteo Salvini, al suo uomo in Lombardia, Attilio Fontana. Un misero 1% che però potrebbe spostare giganteschi equilibri. Parliamo delle azioni della società pubblica Trenord, attualmente detenuta in quota paritaria da Ferrovie dello Stato e Ferrovie Nord Milano (Fnm), Spa a sua volta controllata dal Pirellone. Quello del controllo totale di Trenord è un vecchio pallino del Carroccio, fin da quando l’allora “Celeste” Roberto Formigoni concepì la società per bloccare le polemiche su un servizio ferroviario scadente (i dati erano migliori di quelli di adesso, comunque).
Con Salvini al Mit (che controlla Fs) per Trenord potrebbe cambiare tutto
Ora sembra che quel disegno – sempre bloccato dal governo centrale –si stia per realizzare, complice il fatto che al Mit (e quindi a controllare i vertici di Fs) c’è Salvini. Non a caso nel primo giorno del G7 dei trasporti milanese, il presidente Fontana si sia lanciato in una dichiarazione forte. “Regione Lombardia sta facendo già molto nell’ambito dei trasporti e delle infrastrutture e chiederemo quindi di evidenziare l’importanza degli interventi che stiamo facendo. Bisogna avere la governance completa di Trenord”. Immediata la risposta dell’ad di FS Luigi Ferraris: “Il presidente ha detto che vuole riacquistare l’1%. Se ne può parlare, bisogna parlarne nei tavoli giusti”. Come dire, porte aperte ai desiderata dei lumbard.
Attilio vuole tutto
Insomma, vuole tutto l’Attilio, “Noi – dice il Governatore – abbiamo chiesto proprio di poter diventare un player che possa competere a livello internazionale. E per fare questo il primo passaggio sarà quello di avere la governance completa su Trenord. E quindi chiederemo, abbiamo già chiesto e stiamo discutendo con il ministero, per ottenere quell’1% che ci permetterebbe di controllare in maniera completa Trenord. È chiaro che così facendo poi si potrebbero aprire le discussioni con Atm, ma anche con altri player regionali, che possono entrare a far parte di questo che potrebbe essere un player in grado di competere a livello internazionale”. Al di là della forma farraginosa, Fontana ha apertamente dichiarato di voler crare un grande polo dei trasporti made in Lombardia (un “un cluster lombardo della mobilità: ne abbiamo le condizioni, abbiamo la possibilità è chiaro che si deve fare questo primo passo”, dice). E di volersi pappare Atm, sottraendola al Comune di Milano.
La governance di Trenord è già di Regione Lombardia
Bisogna dirlo subito: quell’1% non cambierà la governance di Trenord, dove, in base ai patti parasociali, Regione Lombardia esprime già la maggioranza nel Cda, nonché il Dg e i dirigenti apicali, con Fs socio senza poteri. Cambierà invece il controllo che il socio silente Fs ha sempre esercitato sull’attività della Regione, che con la maggioranza del 51% sarà libera di agire. Del resto, per anni Fs (cioè il governo) si è rifiuta di cedere quell’1% perché la stessa Fs “vende” il servizio pendolare alle regioni italiane, tranne alla Lombardia. Sempre con la speranza di poter assorbire lei la quota di Regione, mettendo così le mani sul ricco mercato lombardo.
Accadrà il contrario, e aumenterà quel macro-conflitto di interessi che già oggi vede Regione proprietaria di Trenord, cliente di Trenord e controllare di Trenord… Non a caso il Pirellone ha conferito a Trenord il miliardario Nuovo Contratto di servizio decennale senza effettuare una gara.
Pedemontana: uno scandalo che grida vendetta
Quando (e non se) quell’1% passerà di mano, Fontana avrà mani completamente libere. Come le ha già libere in Fnm, società che dovrebbe concentrarsi sul traporto ferroviario, ma che invece è proiettata sulle autostrade. Possiede infatti Serravalle (comprata per 86 milioni tre anni fa), che controlla quel buco nero che è Pedemontana. Per finanziare le perdite di Pedemontana due giorni fa il Pirellone ha deciso che queste possano essere coperte con aumenti di capitale in deroga. In pratica, come spiega Silvia Roggiani, segretaria regionale Pd, “sottrae risorse alla mobilità sostenibile e al trasporto pubblico locale nell’ottica di finanziare un progetto di autostrada inutile e devastante per il territorio”. Un piccolo esempio di quanto accadrà anche con il “cluster” della mobilità ipotizzato da Fontana.
“Dati e risultati alla mano, il Presidente Fontana sbaglia ancora una volta. Visto il modo fallimentare con cui Regione Lombardia, che di fatto ha gia’ la piena governance di Trenord, ha gestito negli ultimi anni il trasporto ferroviario, semmai dovrebbe essere il Presidente a cedere le quote regionali a FS”. Ha ironizzato il capogruppo M5s in Regione, Nicola Di Marco, “Fra ritardi, cancellazioni, aumenti dei titoli, rimborsi che non vengono riconosciuti ai pendolari, treni più alti delle gallerie, l’attuale gestione ha trasformato il servizio di trasporto pubblico lombardo in una barzelletta che non fa ridere. Se il Governo decidesse di premiarla attraverso quell’1% in più, sarebbe l’ennesima presa in giro ai danni dei pendolari lombardi”, conclude. Già, lo sarà.