Per la corsa alla presidenza della Regione Piemonte, il Movimento 5 Stelle ha scelto di schierare Sarah Disabato. La presidente del gruppo consiliare pentastellato a Palazzo Lascaris e coordinatrice regionale M5S è stata scelta come candidata per sfidare gli avversari di centrodestra e centrosinistra, Alberto Cirio e Gianna Pentenero.
Che effetto le fa essere stata indicata dal Movimento per una sfida così impegnativa?
“Sono molto onorata e sento su di me una responsabilità importante. Una responsabilità che si tradurrà in impegno e passione, e soprattutto in lavoro di squadra. È proprio questa la forza del Movimento 5 Stelle, quella di mettere al centro la squadra con grande senso di appartenenza. Una squadra che ha un programma chiaro per il Piemonte che pone al centro i diritti. In questa Regione, purtroppo, non sempre i diritti sono tutelati e garantiti, a partire da quello alla salute. Il centrodestra e il centrosinistra hanno rappresentato due facce della stessa medaglia, negli ultimi decenni, e il Piemonte merita un’alternativa per tornare a credere nel futuro. Quell’alternativa è il Movimento 5 Stelle”.
La Sardegna, quando Alessandra Todde ha vinto con i voti del Pd e del M5S, sembra appartenere a un’era preistorica. Perché non è stato possibile replicare quel modello in Piemonte?
“Ogni territorio ha le sue peculiarità. In Sardegna si sono create delle alchimie che non è stato possibile riprodurre in Piemonte. Nella nostra Regione abbiamo portato avanti per mesi un tavolo di confronto con il Pd per costruire un percorso comune in vista delle elezioni regionali, ma è mancata la convergenza su temi per noi fondamentali quali, come detto, la difesa della sanità pubblica. La rottura è stata poi sancita dalla fuga in avanti del Pd che ha messo fine alle trattative ufficializzando la candidatura a presidente di Gianna Pentenero”.
Il Pd vi accusa però che andando divisi regalate la vittoria alle destre. Come replicate?
“Come ha detto il presidente Conte, la scelta migliore non è quella del ‘campo largo’ ma quella del ‘campo giusto’. Allearsi solo per vincere, senza avere una piattaforma programmatica comune, sarebbe stato scorretto non solo verso gli elettori, ma anche verso i nostri valori. Il Movimento 5 Stelle crede nella forza delle idee e nel lavoro di squadra che ci aiuta a tradurle in pratica. Questo era il presupposto di qualunque ipotesi di alleanza, un presupposto che è venuto a mancare”.
Da Bari a Torino il Pd appare travolto dalla questione morale. Che ne pensa?
“Di certo gli ultimi fatti di cronaca impongono alcune riflessioni, ma non voglio entrare nel merito delle dinamiche interne al Partito Democratico. In merito alle vicende giudiziarie toccherà alla magistratura esprimersi e fare luce su quanto accaduto, mentre per quanto riguarda le responsabilità politiche abbiamo registrato e apprezzato, in Piemonte, il passo indietro di Raffaele Gallo. Poi certo le valutazioni della classe dirigente del Pd non possono fermarsi qui”.
Per salvare i partiti si torni al finanziamento pubblico, ha detto la dem Chiara Gribaudo. Condivide?
“Non siamo d’accordo. Il finanziamento pubblico non è la risposta. Già ad oggi è previsto che i cittadini possano destinare il 2 per mille dell’Irpef in favore delle forze politiche per sostenere le loro attività. A nostro avviso è più che sufficiente. In particolare, quella del Movimento 5 Stelle sarà una campagna elettorale ‘low cost’ e autofinanziata. Allo sperpero di risorse noi preferiamo la presenza sul territorio in maniera capillare, grazie al grandissimo impegno dei nostri iscritti e dei nostri simpatizzanti che ci sostengono da anni”.
Diritti, lavoro, istruzione, welfare, ambiente. Ci indica il suo programma per costruire un’alternativa a Cirio e a Pentenero?
“I diritti saranno al centro della nostra proposta politica, in primis quello alla salute. Vareremo un vero e proprio piano di rilancio della sanità pubblica dopo anni di gestione alla giornata. Il Centrodestra e il Centrosinistra hanno svenduto la sanità al privato e l’edilizia sanitaria è un esempio eclatante, con i progetti di partenariato pubblico privato per finanziare la realizzazione dei nuovi ospedali. Per il M5S gli ospedali vanno costruiti con fondi pubblici. Sul diritto alla salute le priorità sono chiare: stop al ricorso alle cooperative di gettonisti, fuori i privati dalla sanità pubblica, reinternalizzare i servizi, abbattere le liste d’attesa. Sul diritto al lavoro dobbiamo prenderci carico della situazione drammatica che si sta verificando nella nostra Regione, con le tante crisi aziendali che abbiamo seguito e continueremo a seguire. Da un lato dobbiamo richiamare le imprese alla loro responsabilità sociale nei confronti di lavoratrici e lavoratori, dall’altro dobbiamo garantire un sostegno alle famiglie che hanno al loro interno persone che rischiano di perdere il posto di lavoro, integrando il reddito con sostegni economici concreti. La transizione ecologica, da questo punto di vista, sarà una sfida importante che ci permetterà di attrarre nuovi investimenti per creare posti di lavoro. Il diritto allo studio e l’istruzione non vanno dimenticati ed anzi devono essere una priorità per chi governa. Le borse di studio vanno erogate senza ritardi ed i voucher scuola vanno garantiti a tutti coloro che ne hanno diritto. Dobbiamo investire davvero nelle nuove generazioni, non solo a parole. Per quanto riguarda il welfare, il M5S è al fianco delle persone più fragili. Siamo vicini a quelle famiglie che hanno persone non autosufficienti a carico e che attendono da tempo l’inserimento in una struttura assistenziale. Sarà necessario implementare le risorse economiche per rispondere alle esigenze delle famiglie piemontesi, anche a fronte del fatto che il bisogno di cure aumenterà esponenzialmente nei prossimi anni. L’ambiente è un’altra nostra priorità. Oltre al tema della transizione ecologica, al quale ho già fatto riferimento, riteniamo fondamentale la tutela dell’ambiente e del territorio, la lotta all’inquinamento e gli investimenti sui trasporti pubblici locali, che in questi anni sono mancati. Pendolari e studenti devono avere a disposizione un servizio di trasporto capace di disincentivare l’utilizzo dei mezzi privati, importanti fonti di inquinamento”.
La Sanità per voi in Piemonte è un nervo scoperto. Anche alla luce della Autonomia differenziata. Perché?
“L’autonomia differenziata comporterà un aumento del divario territoriale all’interno dello Stato, con conseguenze devastanti sul futuro di milioni di cittadini. Fra l’altro non è detto che ad un possibile aumento delle risorse corrisponda un parallelo miglioramento dei servizi. Pensiamo, ad esempio, agli ingenti fondi del Pnrr che il Governo Conte ha fatto piovere sul Piemonte per case e ospedali di comunità: il presidente Cirio continua a tagliare nastri ma nessuno, forse nemmeno il Centrodestra, ha piena contezza dell’avanzamento delle opere di edilizia sanitaria territoriale nella nostra Regione. Il Movimento 5 Stelle, comunque, è convinto della necessità di riportare in capo allo Stato centrale la gestione della sanità, attualmente attribuita alle Regioni”.