Dalla fallimentare rottamazione della vecchia politica, a mina vagante per il solo centrosinistra. È la metamorfosi di Matteo Renzi che da anni non perde occasione per criticare il Partito democratico, da lui stesso guidato e abbandonato nel 2019 con non poche polemiche e dando vita a Italia Viva, per via dell’alleanza – tutt’altro che stabile – con il Movimento 5 Stelle.
“Il Partito democratico che insegue il Movimento 5 Stelle va in debito d’ossigeno. Perché? Perché Conte ha un unico obiettivo: distruggere il Pd. E il Pd sembra vittima della sindrome di Stoccolma. Da Bari a Torino il glorioso partito riformista di una volta sembra farsi dettare la linea dal grillismo che a sua volta segue la direzione illuminata tracciata dagli statisti de Il Fatto Quotidiano”. Lo scrive il leader di Italia viva, Matteo Renzi sulla Enews settimanale.
Per Renzi il Pd è ostaggio dei Cinque Stelle
“Verrà presto il tempo in cui il ricordo dei nostri anni – coperto per molto tempo dalla lettera scarlatta del marchio di infamia – si tramuterà in nostalgia. La base del Pd prima o poi si ricorderà che c’è stato un tempo in cui noi dettavamo la linea e gli altri seguivano e non come oggi quando il Movimento Cinque stelle detta le danze. La vera sconfitta del metodo di Michele Emiliano non è legata a un singolo episodio o a una inchiesta penale: Michele Emiliano è stato il primo a teorizzare che si dovessero copiare i grillini”, aggiunge.
“Su Tap, su Ilva, su Buona Scuola, su Xylella: il governatore pugliese ha tracciato una linea e piano piano il resto del Pd lo ha seguito. Il triste risveglio pugliese aiuterà a capire che il Pd ha un futuro solo se smette di fare la sesta stella e torna a fare il partito riformista. Sarà capace? Bella domanda. Nel frattempo l’unica alternativa alla destra sovranista e alla sinistra populista siamo noi. Non è poco”, sottolinea Renzi.
La memoria corta di Renzi
Critiche che non avrebbero fatto piacere ai suoi ex compagni di partito che per il momento preferiscono non ribattere. Un silenzio che, però, è solo di facciata perché in tanti nel Pd sono convinti che Renzi non può fare loro la morale visto che da tempo avrebbe voltato le spalle al centrosinistra per proporsi, spesso e volentieri, come stampella della maggioranza di Giorgia Meloni.
Tutte ragioni per le quali al Nazareno, pressoché nessuno rimpiange ‘con nostalgia’ il Pd guidato dal senatore toscano.