Il Pd prova a correre ai ripari in vista delle prossime elezioni locali. Lo fa con un codice di autoregolamentazione per i candidati, stilato dal commissario dem per la Campania, Antonio Misiani. Il documento è stato redatto insieme ai segretari provinciali del partito e verrà presentato oggi in una riunione regionale.
Le regole contenute nel testo potranno essere estese a qualsiasi luogo in cui si terranno elezioni. E viene subito da pensare alla tornata elettorale di Bari o a quella del Piemonte. Ma cosa prevede questo codice di autoregolamentazione?
Codice di autoregolamentazione dei candidati del Pd: cos’è e cosa prevede
La bozza, come spiega l’Ansa, permette di capire cosa viene chiesto dai vertici del partito ai candidati. Innanzitutto dovranno presentare un certificato penale. Ma non solo. I circoli, il partito provinciale e quello regionale prima di presentare le liste dovranno avere il curriculum e il casellario giudiziario dei candidati, oltre che il certificato penale.
I dem chiederanno ai candidati di sottoscrivere anche un’autodichiarazione con cui si impegnano a denunciare eventuali fenomeni di condizionamento del voto, di voto di scambio, di intimidazione durante la campagna elettorale e poi di corruzione durante il mandato.
I candidati dovranno sottoscrivere un codice etico e dichiarare di non essere incandidabili rispetto al codice di autoregolamentazione antimafia. Inoltre si impegnano a comunicare agli organi di garanzia di partito qualsiasi variazione della propria posizione. Una mossa, quella del Pd, che sembra voler arginare i rischi legati a candidati poi finiti sotto indagine, come nel più recente caso della Puglia.