Dopo sondaggi tutt’altro che entusiasmanti e più di qualche intoppo, c’è maretta in Azione. A far deflagrare il caso, malgrado le smentite dei diretti interessati, è stata la mozione di sfiducia alla Camera contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, dove è emersa una differenza di vedute tra il leader Carlo Calenda che l’ha supportata con forza, Mara Carfagna che ha votato contro e Mariastella Gelmini che pur essendo senatrice ha comunque tenuto a far sapere a tutti la propria contrarietà al provvedimento.
C’è maretta in Azione
C’è da chiedersi se siano semplici divergenze oppure se ci sia qualche mal di pancia fin qui tenuto sotto traccia, magari per le ultime rilevazioni che danno Azione al di sotto del quattro per cento che corrisponde alla soglia di sbarramento delle europee. Quel che è certo è che i protagonisti smentiscono spaccature. “Non ho nessun segnale in questo senso. Una fa la portavoce e l’altra fa la presidente di Azione. Loro hanno un’opinione diversa su Santanchè, ma siamo liberali, se ne mette tre in una stanza non se ne trova uno che un’idea uguale all’altro” ha spiegato Calenda ad Agorà su Rai 3.
Dello stesso avviso la presidente Carfagna: “La forza di un partito liberale risiede anche nella capacità che ha di rispettare le diverse opinioni. Io non ho mai votato una sfiducia individuale sulla base di un’inchiesta giornalistica, tanto meno una mozione di sfiducia individuale basata su un’inchiesta giornalistica firmata dal Movimento 5 Stelle”. Così, conclude, “per ragioni di coerenza con me stessa ho deciso di non votare la mozione di sfiducia”.