Il flop dell’Assegno di inclusione è tutto nei numeri. Nello specifico quelli forniti durante il question time in commissione Lavoro dal sottosegretario Claudio Durigon. Ciò che viene fuori dalla risposta all’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle è che facendo la somma dei percettori dell’Assegno di inclusione e del Supporto formazione lavoro il 46% degli ex beneficiari del Reddito di cittadinanza è finora rimasto escluso.
Assegno di inclusione, dopo il Reddito di cittadinanza il disastro
Partiamo dalle cifre fornite da Durigon, sulla base dei dati Inps aggiornati al 26 marzo. Per l’Adi le domande sono state 1.240.198, di cui 589.291 accolte e 385.375 rigettate. L’importo medio è di 607,80 euro, per un costo complessivo di 983 milioni. Per quanto riguarda il Supporto formazione e lavoro, invece, le domande accolte e pagate sono state 60.599, a fronte di oltre 63mila richieste respinte. L’importo medio è di 996,62 euro, il che vuol dire (considerando la cifra di 350 euro al mese) che i corsi da seguire e che danno accesso al sostegno sono durati anche meno dei tre mesi previsti o che il supporto è stato interrotto in molti casi in anticipo.
Per Davide Aiello, deputato del Movimento 5 Stelle, la risposta di Durigon “testimonia il fallimento della destra, che con un tratto di penna ha abolito il Reddito di cittadinanza lasciando il 46% delle famiglie che lo percepivano prive di sostegno. Ancora oggi infatti, rispetto alle stime dello stesso governo, restano esclusi dall’Adi quasi 148mila nuclei con minori, anziani e disabili”. E “peggio ancora va nel caso del Sfl”, con soltanto “il 24,2% dei potenziali beneficiari, meno di uno su quattro”, che ha “usufruito della misura”.