Agli arresti domiciliari ci sono finiti il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, e Sandro Cataldo, marito dell’assessora regionale pugliese ai Trasporti, Anita Maurodinoia (indagata), e referente del movimento politico Sud al centro. L’accusa è di corruzione elettorale in seguito all’inchiesta della procura di Bari sul presunto voto di scambio. Maurodinoia ha annunciato le sue dimissioni, accettate dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
La vicenda nasce dalla presunta compravendita di voti per le elezioni comunali di Triggiano del 2021, in cui è stato eletto sindaco Donatelli. Secondo quanto scoperto dagli inquirenti, il voto veniva acquistato alla modica cifra di 50 euro.
Sono sette in totale le persone finite agli arresti domiciliari e una in carcere. A questi si aggiungono due persone con il divieto di dimora nel comune di Triggiano. Sono state anche effettuate perquisizioni nei confronti dell’assessora regionale. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale per le elezioni di Triggiano del 2021 e di Grumo Appula del 2020.
Le indagini sul voto di scambio nel barese
Le perquisizioni erano iniziate già nel dicembre del 2021, anche nell’abitazione dei due coniugi Cataldo-Maurodinoia. L’assessora si era allontanata dal movimento Sud al centro e ha poi aderito al Pd. Ai tempi della perquisizione, nei decreti si parlava di un “accordo scellerato” per condizionare il voto.
Stando a quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, sarebbe stato messo in piedi un sistema di compravendita dei voti per la rielezione del candidato a sindaco di Triggiano del centrosinistra Donatelli. Proprio Cataldo avrebbe avuto un ruolo cruciale, utilizzando una rete di gregari per trovare chi fosse disposto a votare il candidato in cambio di 50 euro. L’accordo avrebbe dovuto portare alla rielezione del sindaco uscente e di due consiglieri comunali, questi ultimi non coinvolti nelle misure cautelari.
Secondo quanto emerso, dell’associazione per delinquere avrebbe fatto parte anche il candidato consigliere comunale a Grumo, Nicola Lello (poi diventato assessore municipale e ora arrestato).
Chi accettava i 50 euro doveva consegnare una copia dei documenti e della scheda elettorale, in modo che i gregari potessero certificare se quelle persone si erano realmente presentate al seggio. Inoltre, all’atto dello spoglio controllavano anche la corrispondenza dei voti acquistati.
Le indagini dei carabinieri sono state favorite da un ritrovamento nell’ottobre del 2021: in un cassonetto per la raccolta indifferenziata a Bari sono stati ritrovati frammenti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali e alcuni fac-simile di schede e volantini elettorali. Inoltre, su due fogli sono stati trovati gli elenchi degli elettori catalogati per nome, cognome, data di nascita, cellulare e sezione elettorale. Si tratta delle persone a cui dovevano essere pagati i 50 euro in cambio del voto.
Le dimissioni dell’assessora regionale pugliese Maurodinoia
Il presidente pugliese, Michele Emiliano, ha accettato le dimissioni dell’assessora Maurodinoia, indagata nell’inchiesta per voto di scambio. Ricordiamo che ai domiciliari è finito anche suo marito, Sandro Cataldo. Secondo gli inquirenti anche in occasione delle elezioni del 2020 del Consiglio regionale – quando venne eletta la moglie – Cataldo avrebbe acquistato voti per 50 euro. Maurodinoia, oltre ad aver lasciato il ruolo di assessora regionale, ha anche rassegnato le sue dimissioni dagli organismi del Partito Democratico, come comunicato in una breve nota dal partito pugliese.