Una maxi-frode sui fondi del Pnrr. La Guardia di finanza di Venezia ha eseguito misure cautelari nei confronti di 24 persone in seguito alla scoperta di una frode ai danni dell’Ue. La richiesta per le misure è arrivata dalla procura europea (Eppo) e ha riguardato anche sequestri preventivi per un totale di oltre 600 milioni di euro.
L’operazione interessa anche diversi Paesi europei, coinvolgendo le forze di polizia slovacche, rumene e austriache. Sul totale delle ordinanze, otto sono in carcere, 14 agli arresti domiciliari e due sono interdittive a svolgere attività professionale e commerciale. Le perquisizioni hanno riguardato diverse zone del territorio nazionale, dal Veneto alla Lombardia, dal Lazio alla Toscana, dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia.
L’operazione ha portato a porre i sigilli su appartamenti e ville, a sequestrare somme in criptovalute, orologi di lusso (anche Rolex), gioielli, oro e auto di lusso (tra cui anche Lamborghini e Porsche). A cui si aggiungono i 600 milioni di euro di crediti. Secondo quanto emerso dalle indagini, la maxi-frode era stata messa in atto da un sodalizio criminale che avrebbe coinvolto “svariati prestanome”, avvalendosi anche dell’aiuto di quattro professionisti.
Questo sodalizio in una prima fase si sarebbe dedicato a iniziative progettuali, finanziate con il Pnrr, per decine di milioni di euro: si è trattato di attività riguardanti la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività nel sistema produttivo. Dalle indagini sono poi emerse anche frodi legate al settore edilizio e alle attività di riciclaggio e autociciclaggio di profitti illeciti attraverso un sistema di società fittizie costituite anche in Austria, Slovacchia e Romania.