La Corea del Nord di Kim Jong-un ha annunciato il successo del primo lancio di un missile balistico a raggio intermedio con testata ipersonica dalla periferia di Pyongyang. Un gesto che riscalda ulteriormente le tensioni internazionali. Del resto questo sviluppo rappresenta un salto qualitativo nelle capacità militari di Pyongyang, capace ora di lanciare missili più rapidi e difficili da intercettare, una minaccia concreta per la sicurezza regionale e globale.
A dirlo è stato il premier giapponese Fumio Kishida che ha condannato il lancio, sottolineando la minaccia che rappresenta per la sicurezza nazionale e regionale e promettendo una risposta coordinata con Usa e Corea del Sud. Il precedente test di un missile balistico nord coreano era stato condotto il 18 marzo.
La condanna dell’occidente a Kim Jong-un
Com’è facilmente intuibile, la notizia del lancio del nuovo supermissile di Kim Jong-un ha immediatamente scatenato dure reazioni. Tra queste spicca quella di un portavoce del Foreign Office del governo britannico secondo cui test come questo destabilizzano la pace e la sicurezza nella penisola coreana e, più in generale, nel sud est asiatico.
“Il lancio di missili balistici da parte della Corea del Nord, avvenuto il 2 aprile, costituisce una violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Unscr). I lanci illegali di missili balistici continuano a destabilizzare la pace e la sicurezza della penisola coreana”.
Per questo, conclude, “il Regno Unito esorta vivamente la Corea del Nord ad astenersi da ulteriori provocazioni, a ritornare al dialogo e compiere passi credibili verso la denuclearizzazione”.
Kim Jong-un tira dritto e continua ad armarsi
Peccato che il leader Kim Jong-un non sembra avere nessuna intenzione di negoziare un abbandono del programma nucleare, come chiesto dal Regno Unito e dal resto dell’occidente. Al contrario appare determinato a sfruttare i legami di sicurezza con la Russia, resi ancor più forti con la guerra in Ucraina, per conseguire il tanto agognato riconoscimento di ‘Stato nucleare’.
Questo almeno è quanto si legge nel report annuale, pubblicato il mese scorso dagli Stati Uniti, sulla valutazione delle minacce internazionali.