Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un giorni fa ha lanciato tre nuovi missili e subito la cosa è stata stigmatizzata da Washington. Ma alla fine, che cosa fa Kim di diverso da noi? Anche noi occidentali sperimentiamo in continuazione missili e nuove armi.
Eliseo De Marinis
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Gentile lettore, concordo pienamente con lei. La Corea del Nord aveva lanciato tre missili balistici da poche ore, quando è arrivata, puntuale come sempre, la reprimenda degli Stati Uniti. Ma su quale base giuridica o morale gli Usa legittimano il loro biasimo? Gli Stati sovrani non hanno il diritto di sperimentare le loro armi? Devono chiedere il permesso a Washington? Eppure, poche settimane or sono Londra ha eseguito il lancio (fallito) di un nuovo Trident per testate nucleari (il missile è esploso a pochi metri dalla rampa di lancio e per poco non ha sgominato l’intero Stato Maggiore britannico). E mesi addietro gli Usa hanno eseguito l’ennesimo lancio (fallito) di un missile ipersonico. (En passant, i russi e i cinesi posseggono missili ipersonici da almeno tre anni, i russi li usano anche in Ucraina, ma gli americani non riescono a fabbricarne uno che funzioni). Comunque sia, nessuno ha protestato. Però se la Corea del Nord sperimenta un suo vettore, la cosa è “esecrabile”, “destabilizzante”, “provocatoria”. Si capisce dunque che gli “altri”, nel nostro modo di vedere, sono solo barbari, servi, esseri inferiori. La verità è che noi occidentali viviamo immersi nel brodo di una cultura morbosa, egocentrica, tronfia, sprezzante, paranoica, fradicia di suprematismo egemonico e non vediamo che il resto del mondo ci detesta.