Il Campidoglio punta sulla continuità. Ma la Lega non perde l’occasione per un’altra polemica, stavolta sul bando per i chioschi della spiaggia di Capocotta. Un luogo simbolo per la comunità Lgbt+ romana e che il Comune vuole preservare come tale. Proprio su questo punto, però, si scaglia il Carroccio capitolino.
Stiamo parlando del bando di assegnazione, per sei anni, dei chioschi sulla spiaggia di Capocotta. La gara, per tre lotti, è stata pubblicata a inizio marzo ed era attesa da ben 24 anni: si tratta della prima gara pubblica per la gestione dei servizi delle dune. Fin qui tutto bene, ma i criteri impostati dal bando non piacciono alla Lega. Perché?
La spiegazione deriva da una singolo questione. Il bando, infatti, prevede 15 punti aggiuntivi per chi presenta nella sua candidatura “attività e progetti complementari finalizzati all’inclusione sociale e alla lotta a ogni forma di discriminazione”. In particolare, proprio “tenuto conto del tessuto sociale che storicamente ha fruito delle dune”, verranno valutati in tal senso i “progetti finalizzati all’inclusione delle persone Lgbtqia+”. Insomma, per questi progetti, che puntano all’inclusione e alla conservazione di un luogo simbolo per la comunità romana, verranno dati punti aggiuntivi e di conseguenza ci saranno più possibilità di vincere il bando.
L’assurda polemica sul bando per i chioschi di Capocotta
Eppure per Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea capitolina, quella del Campidoglio sarebbe una discriminazione che “ignora l’articolo 26 della Costituzione, che afferma e promuove la famiglia fondata sul matrimonio”. Come se, peraltro, il bando dovesse essere affidato a una famiglia, fondata sul matrimonio, e non a un esercente e a chi svolge attività commerciali. Un paradosso all’esatto opposto, insomma.
A giudizio di Santori il bando sarebbe quindi “palesemente incostituzionale”, tanto da accusare la giunta capitolina di “annegare nel ridicolo, oltre che nell’illecito”. Alle accuse replica Marilena Grassadonia, delegata del sindaco e coordinatrice dell’ufficio diritti Lgbt+ di Roma Capitale, che a Fanpage.it parla di “polemica strumentale”.
Anche perché, sottolinea Grassadonia, del bando si era discusso in commissione Ambiente e “l’opposizione non ha detto nulla” in quell’occasione. D’altronde il bando ribadisce l’attenzione dell’amministrazione sulle “tematiche di accoglienza e inclusione”, provando a garantire maggiori e non minori diritti. Tanto più a Capocotta, un luogo in cui “da sempre la comunità ha vissuto ed è stata accolta”. E proprio di questo si vuole tenere conto provando a premiare la continuità, almeno per gli utenti di quelle spiagge.