L’Italia è ultima in Ue per tasso di occupazione. I livelli record toccati nel 2023 non bastano e la situazione, ancora oggi, è catastrofica. Insomma, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la ministra del Lavoro, Marina Calderone, hanno ben poco da festeggiare, soprattutto sul fronte del lavoro femminile.
Il tasso di occupazione nella popolazione tra i 20 e i 64 anni, secondo gli ultimi dati Eurostat, in Italia è del 66,3%, quasi dieci punti percentuali in meno della media Ue, che si attesta al 75,4%. La crescita del 2023, quindi, non serve assolutamente a colmare il gap che resta invece amplissimo.
Meloni ha poco da festeggiare sull’occupazione
Eppure, sentendo parlare la presidente del Consiglio sembra che il tasso di occupazione italiano sia a livelli altissimi, tanto da far invidia agli altri Paesi europei. Solo un mese fa, Meloni sottolineava che “attualmente l’Italia ha il record storico del tasso di occupazione, di contratti stabili” e che “il tasso di occupazione è trainato soprattutto dalla crescita del lavoro femminile”. Ciò che non diceva, però, per entrambi i dati è il fatto che la crescita arriva solamente perché il tasso è nettamente più basso di quello di qualsiasi Paese Ue.
Più consapevole Calderone, che pur ammettendo alcune criticità comunque festeggiava solo pochi giorni fa per i nuovi dati Istat sull’andamento dell’occupazione, ritenendo che queste cifre “confortano nella direzione intrapresa da questo governo a favore di lavoratori e imprese”.
I dati catastrofici del mercato del lavoro italiano
La realtà, però, è ben diversa. Certo, è vero che l’aumento in Italia è stato maggiore rispetto alla media Ue, ma è altrettanto vero che parliamo di un mercato del lavoro con molto più margine di crescita, considerando che si attesta a livelli nettamente inferiori a quelli degli altri Paesi. In Italia la crescita, stando ai dati Eurostat, è di 1,5 punti percentuali contro una media Ue di 0,9. Ma a poco serve, tanto più se valutiamo che l’Italia continua – anche oggi – a restare indietro sulla crescita dell’occupazione femminile.
In Italia le donne tra i 20 e i 64 anni che lavorano sono solamente il 56,5%, contro una media Ue del 70,2%. Nettamente minore la differenza al maschile, con il 76% di occupazione in Italia contro un 80,5% europeo. Il divario con le donne è di 19,5 punti percentuali, quasi il doppio della media Ue che si ferma a 10,3.
Il dramma dell’occupazione femminile
L’Italia, con il 56,5% di donne occupate, è lontanissimo dal 77,4% della Germania e dal 71,7% della Francia. Ma anche rispetto alla Spagna la differenza è di quasi dieci punti (65,7%). Per quanto riguarda il gap tra uomini e donne, peggio dell’Italia (che è al 19,5%) fa solo la Grecia (19,8%): negli altri Paesi il divario è nettamente minore (Germania 7,7% e Francia 5,5%).
La situazione più critica si registra al Sud Italia, dove l’occupazione femminile si ferma al 39%, contro un il 67% al Nord e un 62,6% al Centro. In generale per il tasso di occupazione, sia maschile che femminile, i divari territoriali sono evidenti: al Sud il tasso è del 52,5% contro il 74,6% del Nord, ovvero oltre 22 punti di differenza.