L’obiettivo è cambiato. Stavolta nel mirino degli attacchi missilistici russi sono finite le strutture energetiche dell’Ucraina. Centrali elettriche, linee di approvvigionamento, una diga. Colpendo anche alcuni palazzi. Più di un milione di cittadini ucraini è rimasto senza corrente dopo gli attacchi russi della notte.
Come denunciato dal ministro ucraino dell’Energia, Herman Halushchenko, dopo l’attacco missilistico sono stati danneggiati siti di generazione elettrica e sistemi di trasmissione e reti elettrici, in più zone dell’Ucraina. Si è trattato del più massiccio attacco al sistema energetico ucraino negli ultimi tempi e anche la centrale Dneprovska, a Zaporizhzhia, è stata attaccata. L’obiettivo russo, per il ministro di Kiev, era quello di interrompere l’operatività del sistema energetico del Paese, arrivando anche a mettere fuori uso una delle linee di trasmissione elettrica che alimentano la centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Gli attacchi russi nella notte
L’esercito russo ha attaccato nella notte le infrastrutture energetiche nella città di Kharkiv, provocando almeno 15 esplosioni e interruzioni di corrente in tutta la città. Per quanto riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d’Europa, secondo la società di Stato Energoatom ora si troverebbe in una situazione “estremamente pericolosa”. In particolare perché una linea elettrica esterna, che collega la centrale al sistema energetico ucraino, è stata interrotta dopo gli attacchi della notte. Quindi in questo momento c’è una sola connessione alla rete elettrica ucraina.
Il capo di Energoatom, Petro Kotin, sottolinea che “la situazione è estremamente pericolosa e minaccia un’emergenza. Se l’ultima comunicazione con la rete elettrica nazionale viene interrotta, la centrale nucleare di Zaporizhzhia subirà un altro blackout”. Colpita, negli attacchi, anche la centrale idroelettrica Dnipro di Zaporizhzhia, così come la diga e il ponte che la sovrasta, su cui stava transitando un filobus che ha preso fuoco. Veicolo su cui viaggiavano dei civili, mentre la situazione della diga sarebbe invece sotto controllo. Il traffico attraverso la diga, comunque, è stato bloccato. Nella città di Zaporizhzhia i missili russi hanno distrutto quattro case, danneggiandone altre 40.
Le accuse di Mosca all’Occidente
Nel frattempo dalla Russia arrivano nuovi attacchi all’Occidente. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, Mosca è “in guerra perché la partecipazione occidentale trasforma un’operazione militare speciale in una guerra”. Torna, quindi, l’argomento dell’operazione speciale, anche se in questo caso il Cremlino ammette che non sia più tale e si tratti ormai di una guerra. Anche se Peskov poi precisa: “Non dichiareremo noi quella in Ucraina come una guerra. Ma de facto è diventata una guerra dopo che l’Occidente collettivo ha aumentato il suo coinvolgimento di partecipante con Kiev. Tutti dovrebbero capirlo”.
Secondo quanto affermato dal comandante delle forze di terra armate ucraine, Oleksandr Pavlyuk, la Russia starebbe creando un nuovo gruppo di truppe con più di 100mila soldati e, a suo giudizio, è possibile che tenti di lanciare una nuova offensiva durante l’estate. Pavlyuk spiega di non conoscere completamente i piani russi, ma afferma che “conosciamo solo i dati secondo cui stanno creando gruppi di oltre 100.000 uomini”.