Il Congresso del Ppe ha approvato la candidatura di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione per le prossime Europee. L’approvazione è stata a larghissima maggioranza ma non unanime. In tanti non hanno votato l’ex ministra della Difesa tedesca. Obiettivo ora del Ppe è occupare i vertici dell’Europa che verrà con il supporto delle destre, non quelle euroscettiche, ma comunque sempre destre.
I liberali bocciano la svolta a destra della von der Leyen e l’abbraccio alla premier italiana Meloni
La strategia del presidente Manfred Weber è quella di fare da polo da attrazione a quei partiti che, partendo da destra, si apprestano a sostenere von der Leyen sia al Consiglio europeo sia a Strasburgo. E c’è un partito che, più di tutti, risponde a questo identikit: Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ma neanche l’investitura del Congresso renderà matematico che la guida della Commissione resti nelle mani di von der Leyen. La svolta a destra di Ursula sui migranti dove ha sposato il modello Italia-Albania di Meloni e quello Ruanda forgiato dal governo britannico, oltre ad una correzione di rotta sul Green Deal, che “non può essere un’ideologia”, non convince. E cresce la fronda anti-Ursula.
A partire dai liberali. “La nomina di von der Leyen a presidente della Commissione non ha alcuna garanzia”, hanno fatto sapere fonti del gruppo dei liberali di Renew, che ieri hanno lanciato la campagna per le Europee. “Sul cordone sanitario siamo chiari, non negoziamo con l’estrema destra”, hanno spiegato le stesse fonti, che escludono un negoziato con Ecr in quanto al suo interno ci sono partiti come “Reconquete, Vox e forse Fidesz” . Su un eventuale negoziato con FdI le fonti di Renew si sono mantenute prudenti pur definendo il partito di Meloni di “estrema destra”.
Anche Gentiloni avverte: “Non sarà lasciata la porta aperta a chi vuole distruggere l’Europa”
Più in generale i liberali sostengono che la battaglia contro gli estremisti sarà centrale nella loro campagna. “A von der Leyen direi che è vero che tutte le strade portano a Roma, ma la strada per Roma non la porterà lontano. Dovrebbe smetterla di inseguire Meloni, noi non siamo pronti a questa alleanza con l’estrema destra”, ha detto Sandro Gozi nel punto stampa con gli altri due candidati leader di Renew, la macroniana Valerie Hayer e la tedesca Marie-Agnes Strack-Zimmermann.
“Dobbiamo dire con grandissima forza a tutti i nostri amici della maggioranza europeista che lasciare aperta la porta a chi vuole distruggere l’Unione europea è un errore che non consentiremo”, ha spiegato il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni.