La partita non è ancora chiusa. Anche se la conta sembra quasi inevitabile, c’è ancora chi spera in un accordo all’ultimo momento per evitarla. Per la presidenza della federazione romana di Fratelli d’Italia, con il congresso previsto il 23 e il 24 marzo, la sfida sembra aperta. Da una parte il meloniano Marco Perissa, dall’altra Massimo Milani, vicino a Fabio Rampelli (nella foto). Le due candidature sono state ufficializzate: non si è riusciti a trovare un accordo per evitare la conta interna.
Al congresso romano di Fratelli d’Italia si sfideranno Milani e Perissa. Sfumato l’accordo ma c’è chi ci spera ancora
E il congresso romano di Fratelli d’Italia non è di certo uno qualunque, per un partito che ha circa un sesto dei suoi iscritti qui, nella Capitale che ne esprime la classe dirigente. A un ipotetico accordo si lavora da tempo, da quando si era aperta una frattura nel partito romano, ormai più di un anno fa. Allora la leader, Giorgia Meloni, aveva commissariato Milani, alla guida della federazione della Capitale. Dopo il commissariamento, l’ala dei gabbiani (quella di Rampelli) puntava a ottenere una sorta di risarcimento con il coordinamento regionale del Lazio. Una richiesta respinta allora e su cui, ancora oggi, non si è trovato l’accordo che avrebbe potuto sbloccare la partita ed evitare la sfida all’ultimo voto.
Qualcuno, però, spera ancora nella mediazione. Fonti del partito romano spiegano che l’accordo era vicino e si poteva raggiungere, ma alla fine i pontieri hanno dovuto rinunciare perché è arrivata la scadenza per la presentazione delle candidature. Insomma, un passaggio formale inevitabile. Per cui, sottolineano, c’è ancora margine per un accordo. Che potrebbe arrivare con il ritiro di uno dei due candidati o l’arrivo di un terzo nome. Entrambe ipotesi contemplate dal regolamento congressuale, viene sottolineato. Certo, la presentazione delle candidature complica tutto, perché le due squadre si stanno già organizzando.
L’accordo sembra ora è più difficile, anche se c’è chi ancora crede che ci sia almeno il 50% di possibilità che alla fine si ritrovi l’unità. Su cosa? L’unica ipotesi credibile è che si raggiunga l’intesa nel caso in cui Meloni ceda sul coordinamento regionale. Se venisse concesso ai rampelliani, allora tutto sarebbe risolto. Perché sul resto delle questioni sul tavolo l’intesa sembrava esserci, ma non su questo. Qualche giorno per trattare ancora c’è. Ma se andasse male ci sarebbe una conta. Che creerebbe sicuramente tensioni, ma non grosse ripercussioni, garantiscono dal partito. Insomma, prevarrebbe un’unità di facciata, nonostante le battaglie interne. Chiunque vinca riuscirà a tenere unito il partito romano, è il messaggio che viene fatto passare. Ma con le liste delle europee da comporre non è detto che sia così semplice.