La guerra che preme ai confini del Paese. E le proteste interne. Non può certo dirsi che le elezioni, dall’esito ampiamente scontato, per il presidente Vladimir Putin, lanciato verso l’ennesimo mandato presidenziale, stiano scivolando lisce come avrebbe sperato. Non è un caso se, a seggi aperti, lo Zar sia stato costretto ad intervenire rivolgendosi alla Nazione e ai nemici della Madre Russia.
Russia al voto, il doppio fronte
L’Ucraina “sta cercando di effettuare una serie di azioni criminali armate per minare le elezioni presidenziali”, ha detto ieri Putin, nel corso del Consiglio di sicurezza. “Al fine di interrompere il processo di voto, per intimidire le persone almeno nelle regioni al confine, il regime di Kiev ha commesso e sta cercando di compiere una serie di azioni criminali: vale a dire attaccare aree popolate pacifiche in Russia”, ha aggiunto il numero uno del Cremlino, garantendo sostegno alle aree del Paese colpite dai raid.
Tentativi, ha scandito Putin, che “non hanno senso dal punto di vista militare e sono criminali dal punto di vista umanitario”. Parole a cui è seguito un avvertimento: l’attacco dell’Ucraina “non rimarrà impunito”. Il capo dello Stato ha sottolineato che “il nemico sta fallendo in ogni direzione e sta fuggendo con pesanti perdite”. Ribadendo che il regime di Kiev “non sarà in grado di intimidire il popolo russo” con attacchi di sabotaggio nelle regioni di confine.
Parole che seguono quelle con le quali, nei giorni scorsi, Putin ha avvertito anche l’Occidente sulle possibili conseguenze di un impegno diretto della Nato a fianco dell’Ucraina, ribadendo che la Russia è preparata anche all’opzione nucleare. Ma se le acque internazionali restano agitatissime, neppure quelle interne sembrano tranquille.
Tredici persone, secondo i media russi, sono state arrestate per danni o attacchi incendiari contro i seggi elettorali. Mentre la presidente della Commissione elettorale, Ella Pamfilova, ha affermato che queste persone hanno agito in cambio di denaro promesso da “bastardi venuti dall’estero”. Sempre secondo la Commissione, diverse persone sono state arrestate per aver versato liquidi, tra cui inchiostro, in alcune urne, mentre a San Pietroburgo è stato attaccato un seggio con una molotov. Difficile, come sempre quando c’è di mezzo Putin, segnare il confine tra propaganda e verità.