A distanza di un mese esatto dalla protesta a Roma di centinaia di sindaci e amministratori, provenienti soprattutto dalla Campania, contro l’Autonomia differenziata leghista, oggi a Napoli si terrà una manifestazione nazionale per dire no alla riforma Calderoli.
L’appuntamento è in piazza Garibaldi dove partirà il corteo nazionale, diretto al Plebiscito, promosso dal Comitato “No Autonomia differenziata”. Oltre 40 organizzazioni – tra sindacati di base, Cgil, associazioni della società civile – hanno già dato la propria adesione. Non solo. Dal Pd al M5S, passando per i Verdi-Sinistra Italiana, diversi esponenti delle forze politiche di opposizione saranno in piazza.
No all’Autonomia, chi ci sarà in piazza a Napoli
Esserci è “un atto di sopravvivenza per la nostra terra”, ha detto la deputata e coordinatrice napoletana del M5S, Gilda Sportiello. In rappresentanza della Regione Campania ci sarà il vicepresidente Fulvio Bonavitacola. Ha aderito anche la lega delle Autonomie Locali (Ali) che conta al suo interno circa duemilacinquecento enti tra comuni, province, regioni e comunità montane.
Secondo i promotori della manifestazione bisogna scongiurare il rischio concreto di trovarsi di fronte ad una secessione dei ricchi che avrebbe nefaste conseguenze, su più fronti dalla scuola fino alla sanità, non solo per gli abitanti del Mezzogiorno ma anche per i cittadini del Nord Italia. Il disegno di legge che attua la cosiddetta “Autonomia differenziata”, si legge nell’appello dei promotori, dissolve l’unità giuridica, territoriale e culturale del Paese, conferendo alle Regioni poteri legislativi, gestionali ed amministrativi abnormi, tali da condizionare pesantemente la vita e i diritti di ognuna di noi, di ognuno di noi; rinunciando a realizzare l’uguaglianza prescritta dalla Costituzione e istituzionalizzando, invece, gli enormi divari economici e sociali esistenti tra le diverse realtà territoriali.
L’appello contro lo Spacca-Italia
“Senza consultarci, senza informarci, con un patto di potere scellerato, stanno portando a termine un progetto che ci renderà ancora più poveri e diseguali, cancellando tutto ciò che è pubblico, dalla scuola alla sanità, spezzettando infrastrutture, beni comuni e ambientali, contratti e condizioni di lavoro, cancellando la speranza di costruire un Paese finalmente degno dei principi costituzionali: una Repubblica Una e Indivisibile, unita e solidale”. L’Ali spiega che l’Italia che soffre già per i gravissimi squilibri territoriali, “ha bisogno di essere ricucita e non divisa”.
E non esclude la richiesta di un referendum per bloccare la riforma scellerata. Il ministro Roberto Calderoli – ha spiegato Marina Boscaino, portavoce nazionale del tavolo “NoAd” – non ha ascoltato le voci dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, della Confindustria, della Banca d’Italia, della Commissione europea, che hanno – da diversi punti di vista e con toni differenti – rappresentato le gravi conseguenze che l’autonomia differenziata provocherà al bilancio dello Stato e al Paese intero. Non ha ascoltato nemmeno la Cei, che – ormai quotidianamente – interviene a proposito.
“Qualsiasi siano le iniziative che si vorranno prendere quando e se il ddl Calderoli dovesse passare alla Camera – vuoi il ricorso all’istituto referendario, vuoi il ricorso in Corte Costituzionale di un Presidente di Regione – è evidente – ha spiegato – che esse avranno senso e forza se a spingerle ci sarà un grande sostegno popolare: occorre che quella contro l’Autonomia differenziata diventi una campagna di massa, là dove ancora pochi ne conoscono l’impatto drammatico. Per questo la manifestazione di Napoli assume un’importanza particolare”. Oggi sarà un primo passo di tale campagna.