Sembra proprio che le polemiche per il via libera all’emendamento Puletti alla legge regionale di bilancio, il quale consentirà ai mezzi a motore di scorrazzare sui sentieri di montagna, non abbiano minimamente scalfito la volontà della governatrice uscente dell’Umbria, Donatella Tesei, che ha deciso di tirare dritto contro tutto e tutti. Uno dei maggiori scogli, come già anticipato da La Notizia, è che per realizzare questo proposito è necessario installare una cartellonistica che chiarisca dove il passaggio dei veicoli, per lo più moto ma in alcuni punti anche automobili, sia vietata e dove no.
In Umbria un emendamento alla legge regionale di bilancio, consentirà ai mezzi a motore di scorrazzare sui sentieri di montagna
Per farlo la Regione ha stanziato 10mila euro, per tre anni, che secondo il Club Alpino Italiano (Cai) sono del tutto insufficienti davanti a un’opera che, qualora si dovesse davvero concretizzare, sarà titanica visto gli oltre 4mila chilometri da cartellonare. A spiegarlo a La Notizia è il presidente regionale del Cai, Gian Luca Angeli, secondo cui questi conti sono strettamente collegati al via libera dei mezzi motorizzati nei sentieri di montagna: “Questo è un proseguo che affronta uno dei tanti profili di criticità dell’emendamento Puletti ossia quello economico che si aggiunge a quelli relativi alla tutela dell’ambiente, alla promozione del territorio e alla distruzione dei sentieri”.
Stanziati 30mila euro per la segnaletica, ma servono 438mila euro
“Siamo andati a fare i conteggi più precisi di quello che è la cartellonistica e la tempistica per realizzarla in Umbria e in base ai nostri dati sono venuti dei numeri importanti, lontanissimi dal budget di 10mila euro stanziato per tre anni dalla Regione” prosegue il presidente di Cai Umbria che segnala anche “l’assurdità dello spendere così tanti soldi pubblici, a nostro avviso inutilmente anche perché impattano negativamente sull’ambiente e sulla sua fruibilità a causa dei migliaia di cartelli da installare sui sentieri di montagna, che potrebbero – e dovrebbero – essere spesi per la manutenzione dei sentieri”.
Proprio questo è un punto delicato perché, spiega Angeli, “al momento la manutenzione è lasciata in capo ai volontari con il Cai che tiene in ordine 440 sentieri, per circa 4mila km, a cui si aggiungono altri percorsi che vengono curati da altre realtà. Poi segnalo che al momento non è nemmeno chiaro chi dovrà occuparsi dell’installazione dei cartelli. Probabilmente lo farà Afor (Agenzia forestale regionale, ndr) ma se si dovesse optare per un’azienda esterna allora i costi aumenterebbero ulteriormente”. Del resto il Club Alpino italiano, con un dossier a firma del presidente generale Antonio Montani, ha analizzato in dettaglio costi e tempi di questa operazione.
Il punto di partenza è che sul territorio umbro, notoriamente considerato il ‘Cuore verde d’Italia’, insistono ben “447 percorsi quasi interamente gestiti dalle Sezioni locali e dai volontari del Cai, per un totale di circa 3.570 chilometri”. Ma questa, precisano l’associazione, è solo una minima parte dei percorsi esistenti perché “stiamo parlando dei soli sentieri (non delle strade bianche, delle piste forestali, dei sentieri ‘dove ci si perde’ senza segnaletica) inseriti nel Catasto Nazionale Sentieri e che sono quindi segnati e manutenuti dal Cai”. Come si legge nel documento “sulla base dei dati” rilevati e “ipotizzando come minimo l’installazione di un cartello di divieto all’inizio, alla fine e in ogni incrocio” emerge che servirebbero almeno “2.194 cartelli”.
Il Cai corregge i conti della Regione. Soldi buttati per aprire i passi ai veicoli dei cacciatori
Considerando, però, “la complessità logistica dell’ambiente di media e alta montagna, il costo unitario dell’installazione della segnaletica dovrà essere ricalibrato in fase esecutiva del progetto, non appare secondo l’enorme esperienza accumulata dal Cai in decenni di questa attività che i 75 euro (a cartello, ndr) previsti dalla Regione Umbria siano sufficienti”. Il motivo è presto detto: “se si considera l’acquisti dei cartelli e dei supporti (i pali); il loro trasposto sul luogo di posa, non sempre agevole; la posa del palo, compreso materiale di consumo (sabbia e cemento) e lo scavo da eseguire quasi sempre a mano; il costo a singolo palo oscilla da un minimo di 150 euro a un massimo di 500 euro” e in ogni caso “non può essere inferiore ai 200 euro” medi.
Così, conclude il Club Alpino italiano, “moltiplicando i 2.194 cartelli necessari per gli stimati 200 euro/cartello si ottiene un costo totale di 438.800 euro”, molto più dei 30mila euro stanziati, per giunta con tempi molto lunghi, ben oltre le ottimistiche stime della governatrice, per portare a termine una simile attività visto che il Cai stima “un impegno di circa 880 giornate/uomo”.