Il Pil è aumentato dello 0,2% nel quarto trimestre del 2022 rispetto al trimestre precedente, ma i dati comunicati dall’Istat evidenziano anche un preoccupante calo dei consumi nazionali dello 0,9%. In particolare il contributo dei consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private è sceso dello 0,8%, mostrando le difficoltà degli italiani che non riescono a tornare alla normalità nonostante il calo dell’inflazione, evidentemente non ancora sufficiente.
A preoccupare, quindi, è soprattutto “il forte calo della spesa da parte delle famiglie italiane”, considerato dal Codacons come un “pessimo segnale per l’economia”. E che riguarda soprattutto la spesa delle famiglie, proprio nel trimestre del carrello tricolore, quello introdotto dal governo e dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che avrebbe dovuto calmierare i prezzi e rilanciare i consumi.
Il flop del carrello tricolore: nell’ultimo trimestre consumi a picco
Il Codacons, commentando i dati Istat, segnala che nell’ultimo trimestre del 2023 la spesa delle famiglie ha registrato una “sensibile frenata, con una riduzione in termini congiunturali dell’1,2%”. Un calo, sottolinea l’associazione, “che avviene proprio in concomitanza con il paniere trimestrale anti-inflazione voluto dal governo, e che avrebbe dovuto sostenere i consumi e la spesa dei cittadini”.
Questi dati mostrano che l’iniziativa “evidentemente non ha prodotto gli effetti sperati. Come dimostrato anche dai dati sulle vendite al dettaglio, il caro-prezzi che ha imperversato nel 2023 ha avuto impatti diretti sui consumi delle famiglie, portando a una costante riduzione della spesa che il governo farebbe bene a contrastare attraverso misure davvero efficaci e volte a tutelare il potere d’acquisto degli italiani”.
Anche l’Unione Nazionale Consumatori sottolinea il dato sui consumi nazionali in diminuzione dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, un andamento “grave e preoccupante”. Per il presidente Massimiliano Dona, “l’Italia non può crescere oltre lo zero virgola fino a che le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese, con le tasche svuotate da prezzi che, pur essendo astronomici, non accennano a scendere e da bollette della luce e del gas che, per quanto siano inferiori ai picchi del quarto trimestre 2022, restano bollenti. I consumi delle famiglie residenti rappresentano da sempre circa il 60% del Pil, secondo il dato di oggi il 58,1%. Se le famiglie non spendono, i commercianti non vendono e le imprese non producono”.