Dopo cinque mesi di guerra, l’intergruppo della Pace tra Israele e Palestina – da lei coordinato – è a Gaza per testimoniare cosa sta succedendo. Stefania Ascari, deputata M5S, qual è la situazione?
“Siamo ben oltre l’orrore. La realtà è che quello che ci è stato raccontato fin qui non è che una minima parte del dramma di Gaza e non basta a comprendere la gravità della situazione. Abbiamo avuto modo di parlare con medici, operatori della Luna Rossa egiziana e con personale dell’Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente, ndr), e tutti loro concordano sul fatto che siamo in presenza di qualcosa di mai visto prima. Dati alla mano, sono già morti per denutrizione ben dieci bambini ed è qualcosa di inaccettabile. Stanno letteralmente facendo morire di fame un popolo. Per non parlare della devastazione di edifici, strade e ogni sorta di infrastruttura, oppure del fatto che a Rafah c’è un bagno pubblico ogni 600 persone. Le faccio notare anche che chi vuole uscire dalla Striscia ed evitare il massacro è costretto a versare a un’agenzia che si occupa di questi spostamenti dai 5mila ai 10mila dollari, cifra che per i bambini scende a 2mila e 500. Di fatto chi può permetterselo, ossia pochissimi, è costretto a pagare per sopravvivere. Qui siamo all’apocalisse”.
Quando sui media si parla di ‘devastazione a Gaza’ si sta esagerando?
“Guardi gliela faccio semplice: qui è tutto distrutto. Non c’è più niente e non parlo solo di edifici e infrastrutture ma anche di iniziative culturali. Tante persone ci hanno raccontato dei progetti erasmus o di cooperazione internazionale che un tempo qui erano normali ma che oramai sono stati completamente cancellati da questa guerra”.
In che stato versa la Sanità?
“Gli ospedali sono praticamente inutilizzabili. Secondo quanto ha detto Richard Brennan, direttore regionale per le emergenze dell’Oms, le strutture sono tutte al collasso perché qui a Gaza non entrano neanche le medicine. Le basti sapere che su 36 ospedali ne funzionano, per giunta solo formalmente, appena 12 mentre delle 23 cliniche gestite dall’Unrwa, soltanto 7 sono ancora operative. Si tratta di una situazione spaventosa che non è destinata a migliorare visto che i medici ci hanno spiegato che, a oggi, si stimano almeno 450mila palestinesi che soffrono di infezioni intestinali, di epatite A o che hanno contratto gravi infezioni. Tutte patologie che senza farmaci non sono curabili”.
Per quello che ha visto gli aiuti umanitari sono sufficienti?
“Sono una goccia nel mare. Deve sapere che ogni mezzo che intende raggiungere Gaza, deve essere ispezionato per ben quattro volte, con controlli che mediamente durano trenta giorni. Se nel corso di queste attività viene scoperto qualcosa che non piace a Israele, l’intero contenuto del veicolo viene bloccato a tempo indeterminato. Ci hanno raccontato che nel corso di un’ispezione, all’interno di un camion sono stati rinvenuti dei pacchi di brioches al cioccolato che Israele ha ritenuto ‘troppo di lusso’ per essere considerati aiuti umanitari e per questo ha disposto il blocco dell’intero veicolo e di tutto il suo contenuto. Detto questo e stando a quanto ci ha spiegato Brennan, al momento ci sono 1500 camion di aiuti umanitari fermi ai valichi ma se anche li facessero entrare tutti, sarebbe ben poca cosa visto che prima della guerra entravano regolarmente 500 mezzi con medicine e beni di prima necessità. Inoltre, cosa che nessuno sta raccontando, si stanno affermando due dinamiche che ci terrei a sottolineare”.
Prego.
“La prima è che qui a Gaza è iniziata una guerra tra poveri per ottenere il cibo. Ci hanno raccontato di una famiglia che, in mancanza di altro, ha potuto mangiare soltanto del cibo per animali. L’altra cosa che bisogna sottolineare è che ci hanno raccontato che sono in corso anche azioni criminali da parte di gruppi organizzati, non meglio identificati, che attaccano i camion con gli aiuti umanitari non per depredarli ma soltanto per distruggerli. Siamo alla follia”.
E invece qual è la situazione dei volontari?
“In una parola: drammatica. Chi è sul posto, lavora con quello poco che ha. Tra l’altro ci sono moltissimi cittadini che vorrebbero venire a Gaza per dare una mano ma vengono bloccati ai valichi. Consideri che qui da Gaza ci hanno chiesto di fare pressioni sui governi per arrivare a un immediato cessate il fuoco, per sbloccare i punti di accesso e d’uscita dalla Striscia, per chiedere la fine dell’assedio a Gaza e per rifinanziare urgentemente l’Urnwa da cui l’intera Palestina dipende”.
Cosa ne pensa del fatto che il centrodestra ha disertato questa iniziativa?
“Mi dispiace moltissimo anche perché il primo che doveva esserci è Tajani così da rendersi conto in prima persona della catastrofe e del fatto che, qui il diritto internazionale è stato stracciato”.