Giovedì scorso la Guardia di finanza si è presentata presso la sede dell’azienda sanitaria provinciale (Asp) di Cosenza su delega della Procura della Repubblica di Milano. L’interesse dei finanzieri era per alcune delibere che collegano la Asp cosentina alla Lombardia. Inoltre sarebbero stati acquisite decine di documenti. Due sarebbero i filoni di indagine, il primo riguarderebbe l’acquisto di ambulanze e automediche che l’azienda sanitaria avrebbe comprato di seconda mano dall’Areu, l’Agenzia regionale lombarda emergenze e urgenze, senza gara.
Sotto la lente delle Fiamme Gialle 19 milioni di crediti vantati da società di factoring lombarde e l’appalto da 600mila euro per l’acquisto di 10 ambulanze di seconda mano
Il secondo riguarderebbe debiti vantati da alcune strutture sanitarie nei confronti dell’Asp che sarebbero stati ceduti a società di factoring. E sono sei le società milanesi che vantano crediti nei confronti dell’Azienda sanitaria: cinque (Arrow Spv, Astrea Quattro Spv, Argo Spv, Tocai Spv, Toro 1) hanno tutte sede in un palazzo di via San Prospero nel capoluogo lombardo, la sesta è la Pjt 2411.
Quest’ultima vicenda venne alla luce nel 2020 grazie a una serie di articoli di Camillo Giuliani, all’epoca giornalista di LaCnews, che scriveva: “Le sei società rivendicano complessivamente circa 19,5 milioni di euro, un debito che si sarebbe accumulato tra il 2007 ed oggi. Negli uffici dell’Asp – almeno per quasi 12 di quei milioni, ma la cifra potrebbe aumentare – non esiste, però, nemmeno una fattura che possa avvalorare la richiesta delle società cessoniarie”.
Le fatture, scrivevano due funzionarie dell’Uoc “Governo della rete e degli erogatori” dell’Asp, “non risultano mai pervenute e registrate sul sistema gestionale aziendale” e “si conferma che le fatture di cui Tocai e Pjt richiedono il pagamento non risultano registrate in contabilità”.
Per quanto riguarda Areu, questa da tempo collabora con la Regione Calabria nel piano di riordino dell’emergenza-urgenza calabrese e, come scrive il Quotidiano della Calabria, sono “molti i tecnici Areu attualmente in servizio nelle strutture regionali, responsabili anche della formazione degli operatori di soccorso in Calabria. L’Asp di Cosenza negli ultimi due anni è stata “delegata” dalla struttura commissariale a gestire l’intera procedura di rinnovamento del 118 regionale, partendo proprio dall’acquisto di nuovi mezzi, fino alla creazione delle piazzole notturno dell’elisoccorso fino e, ultimamente, anche alle nuove procedure di affidamento dell’elisoccorso regionale.
L’Asp di Cosenza ha acquista dall’Areu automediche e autoambulanze di seconda mano
Per capirci qualcosa in più, bisogna tornare all’estate scorsa. L’Asp di Cosenza acquista dall’Areu (guidata da Alberto Zoli dalla sua creazione nel 2008 fino a dicembre scorso, quando è stato nominato direttore dell’Asst Niguarda) automediche e ambulanze di seconda mano per 558.320,00 euro.
L’avvocato Francesco Pitaro, su incarico del sindacato Usb Calabria, deposita un esposto presso la Procura Regionale della Corte dei Conti per la Calabria, esprimendo i propri dubbi sulla procedura di acquisto. “L’Asp Cosenza”, scrive, “ha provveduto direttamente e senza bando né avviso pubblico all’acquisto senza preventiva perizia e/o valutazione dei detti mezzi di soccorso USATI dal sistema regionale della Lombardia; che a tutto ciò si aggiunga che i mezzi usati acquistati sono, per come si evince dal testo della deliberazione dell’ASP Cosenza N. 1751/2023, ‘Privi degli equipaggiamenti sanitari di bordo specifici’ e, pertanto, non immediatamente utilizzabili se non dopo l’acquisto dei detti necessari equipaggiamenti sanitari, che comportano inevitabilmente un ulteriore costo; pertanto, da un canto la Regione Lombardia si è disfatta di mezzi di soccorso usati dietro il pagamento di un prezzo e dall’altro canto la Regione Calabria ha acquistato con soldi pubblici i detti mezzi di soccorso usati e non immediatamente utilizzabili se non dopo l’esborso di ulteriori somme”.
E conclude: “Non è dato capire perché Asp Cosenza si sia rivolta soltanto a Regione Lombardia per procedere al detto acquisto e non si sia rivolta, anche attraverso bando/avviso, ad altri enti pubblici o soggetti privati”. Forse è quello che oggi vuol capire la Procura.