L’azienda HGC Global Communications, con sede a Hong Kong, ha annunciato che quattro dei suoi cavi sottomarini per le telecomunicazioni sotto il Mar Rosso sono stati tagliati, interessando circa il 25% del traffico dati. La società afferma che sta adottando misure per mitigare il danno, compreso il reindirizzamento del traffico in tutto il mondo e la distribuzione di altro traffico attraverso gli 11 cavi ancora operativi nel Mar Rosso. Non è chiaro in che modo i fornitori di servizi israeliani potrebbero essere colpiti. L’azienda afferma che i clienti in Medio Oriente chiedono “opzioni di reindirizzamento di emergenza dalle reti di Hong Kong verso la direzione ovest”.
I danni causati a quattro cavi sottomarini di HGC Global Communications nel Mar Rosso stanno interrompendo le reti di telecomunicazioni globali
I danni ai cavi sottomarini nel Mar Rosso, secondo quanto riferisce la Cnn, stanno interrompendo le reti di telecomunicazioni globali e costringendo i fornitori di servizi Internet a reindirizzare circa un quarto del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente. Secondo la società di telecomunicazioni di Hong Kong HGC Global Communications, il 25% del traffico tra Asia ed Europa, nonché Medio Oriente, è stato colpito, ha affermato la società in una nota. La società ha affermato che sta reindirizzando il traffico per ridurre al minimo i disagi per i clienti e sta anche “estendendo l’assistenza alle aziende interessate”.
Colpito il 25% del traffico Internet tra Asia, Europa e Medio Oriente
HGC non ha detto come i cavi fossero stati danneggiati o chi fosse il responsabile. La distruzione arriva settimane dopo che il governo ufficiale yemenita aveva avvertito della possibilità di un attacco ai cavi da parte dei ribelli Houthi sostenuti dall’Iran, che hanno già interrotto le catene di approvvigionamento globali attaccando navi commerciali nel Mar Rosso. I rapporti della scorsa settimana del quotidiano israeliano Globes suggerivano che dietro il danno ai cavi ci fossero gli Houthi. Il leader ribelle yemenita Abdel Malek al-Houthi aveva negato le accuse. “Non abbiamo intenzione di prendere di mira i cavi marittimi che forniscono Internet ai paesi della regione”, aveva affermato.