I sondaggi elettorali, si sa, seguono molto i trend emersi nelle ultime elezioni. E non fa eccezione il caso della Sardegna dopo la vittoria del campo progressista e della candidata di Movimento 5 Stelle, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra, Alessandra Todde. Gli elettori, stando al Barometro politico dell’Istituto Demopolis, premiano i partiti della coalizione di centrosinistra e penalizzano, dopo il tonfo in Sardegna, quelli della maggioranza di governo.
Un buon segnale per Pd e M5s in vista del voto in Abruzzo, ma che rende – forse per la prima volta dalle elezioni politiche del 2022 – contendibili anche le elezioni politiche: le due coalizioni, sempre che si presentino davvero unite al voto, ora sono vicinissime.
Sondaggi elettorali, chi sale e chi scende dopo le elezioni in Sardegna
Se si votasse oggi per le elezioni politiche, Fratelli d’Italia resterebbe il primo partito con il 28%, ma in calo di mezzo punto percentuale. Si riduce il gap con gli inseguitori: il Pd guadagna un punto rispetto a gennaio e raggiunge il 20,8%, mentre la crescita maggiore la registra il Movimento 5 Stelle: +1,2% e 17% dei consensi.
Chi invece è in piena crisi è la Lega di Matteo Salvini: dopo il deludente risultato alle regionali in Sardegna, il Carroccio a livello nazionale si attesta al 7,6% nel sondaggio di Demopolis: un calo di un punto percentuale e mezzo rispetto a gennaio. Perde mezzo punto anche Forza Italia, ora al 7%.
In crescita troviamo invece l’Alleanza Sinistra-Verdi: con lo 0,3% in più fa registrare un 3,7% dei voti. In calo, della stessa percentuale, Azione di Carlo Calenda: oggi sarebbe al 3,5%. Nessuno degli altri partiti, invece, riuscirebbe a superare la soglia del 3%.
Centrodestra e campo progressista mai così vicini
L’altra analisi effettuata da Demopolis riguarda le due principali coalizioni: quella di centrodestra oggi al governo e un eventuale campo progressista formato da Pd, M5s e Avs, ovvero lo stesso schieramento che si è presentato unito in Sardegna. Oggi le elezioni politiche sarebbero contendibili, con un gap che non è mai stato così ridotto dal voto del 2022: la maggioranza di governo otterrebbe il 43,5% dei voti, mentre il campo progressista raggiungerebbe il 41,5%. Solo due punti di differenza, quindi. Il terzo polo, invece, non supera l’8%.