Un’altra annata segnata dalla crisi idrica in corso dal 2021: sono le conclusioni del “Report sulla Stagione Irrigua in Lombardia – 2023” presentato lunedì a Milano. Il volume ripercorre le cifre e i dati sugli usi dell’acqua in agricoltura, grazie alle elaborazioni condotte dal CeDATeR, il Centro Dati Acqua e Territorio Rurale, nato dalla sinergia tra “Associazione nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue della Lombardia” (Anbi) Regione Lombardia. Per il presidente di Anbi Lombardia, Alessandro Rota (nella foto), “il quadro che emerge è quello di un’annata irrigua avviata nel segno di una profonda crisi idrica dovuta alla scarsità di precipitazioni, con una disponibilità ridotta del 58% rispetto alla media del periodo di riferimento 2006-2020, su cui ha pesato (-69%) la mancanza di neve”.
In Lombardia si prospetta un’altra stagione irrigua con i livelli delle riserve molto limitati
Anche i dati metereologici non hanno aiutato: l’anno idrologico 2022-2023 (1 ottobre – 30 settembre) in Lombardia è stato più caldo dall’inizio delle registrazioni, con un valore di temperatura media nel territorio di pianura pari a 16 gradi centigradi, vale a dire di 0,3 gradi più elevata del precedente record del 2015. Sono tutti segni sempre più evidenti della crisi climatica. Per rendersene conto, basta sfogliare le 56 pagine del report Anbi e fermarsi a pagina 50, dove una tavola sinottica sintetizza le principali criticità segnalate per la Lombardia. Si comincia subito, il 26 gennaio 2023: “L’autunno 2022 e l’inverno in corso si stanno dimostrando assai carenti di precipitazioni e, specie nelle ultime decadi, con temperature notevolmente superiori alla norma. Complessivamente le riserve idriche regionali segnano -43% rispetto alla media di riferimento 2006-2020, lo stesso valore che mostravano nel 2022”.
Il 9 febbraio 2023 l’allarme è evidenziato in arancione: “I mesi a cavallo dell’inizio dell’anno sono stati caratterizzati da temperature generalmente superiori ai valori di riferimento e da accumuli precipitativi inferiori ai valori tipici del periodo. La situazione delle riserve idriche in tutta la Lombardia è allarmante e il deficit idrico è lontano dall’essere colmato. La priorità è di ricostituire le riserve idriche stoccando nei laghi prealpini e negli invasi alpini quanta più acqua possibile”.
Poche piogge e temperature in salita. Il cambiamento climatico tra le cause
Allarme che diventa rosso il 3 marzo: “Complessivamente le riserve idriche regionali segnano -56% rispetto alla media del periodo di riferimento 2006-2020, valore addirittura inferiore ad un anno fa (-49%). Si preannuncia quindi un’altra stagione irrigua con livelli di accumulo della risorsa molto limitati e verosimilmente con difficoltà di approvvigionamento idrico”. Ancora peggio il 9 marzo: “anche i bacini idroelettrici e i laghi regolati sono in grande sofferenza e complessivamente le riserve idriche regionali segnano -56% rispetto alla media di riferimento 2006-2020, valore inferiore anche al 2022 (-49%)”. Il 30 marzo “complessivamente risultano quindi mancanti 2 miliardi di metri cubi di acqua rispetto alla media 2006-2020”. “Estremamente deficitaria” viene definita la situazione delle riserve idriche il 13 aprile.
Tra maggio e aprile il fiume in maggiore sofferenza è il Po, che vee prima modifiche morfologiche del fiume “per cui si sono depositate enormi quantità di sabbia vicino agli argini”, che in alcuni casi “hanno provocato un allontanamento del canale fluviale al centro del fiume ed è necessario rimuovere gli accumuli per impedire l’insabbiamento degli impianti”. è il 21 luglio quando sul Po viene segnalato che il livello idrometrico è superiore di soli 50 cm rispetto alla quota minima di aspirazione delle pompe dell’impianto di Isola Pescaroli (ma con un abbassamento medio giornaliero quasi di 15 cm/giorno). “L’impianto”, dice la segnalazione, “che già all’inizio della stagione irrigua (nonché per quasi tutta la scorsa stagione) non era in grado di derivare dal fiume, potrebbe a breve presentare serie criticità. Il Consorzio di bonifica Navarolo sta completando l’approntamento di un impianto provvisorio d’emergenza per poter derivare anche a quote inferiori”.