La destra ha chiuso la campagna elettorale di Paolo Truzzu con i leader nazionali, Alessandra Todde invece ha deciso una chiusura sarda. Desirè Manca, consigliera regionale del M5S in Sardegna, perché questa scelta?
“Perché sono elezioni regionali. E noi rivendichiamo spessissimo la nostra Autonomia. Tra le altre cose, in virtù del fatto che Alessandra Todde è stata una scelta prettamente sarda, credo sia corretto e giusto festeggiare la chiusura della campagna elettorale tra di noi”.
Che ne pensa della passerella a Cagliari dei leader delle destre?
“Mi ha ricordato la stessa passerella che c’è stata nel 2019 quando sono stata eletta. In campagna elettorale negli ultimi giorni erano venuti Matteo Salvini e Giorgia Meloni per Christian Solinas. Mercoledì è stata riproposta la nuova fotografia ma non è cambiato niente. Solo che ora Salvini e Meloni sono venuti per Truzzu. Nella campagna elettorale di cinque anni fa erano andati in giro tra i pastori sardi e avevano promesso il riconoscimento di un euro a litro per il latte. Una vera e propria presa in giro per i pastori. Quest’anno stessa passerella, analoghe promesse. Ma i sardi non sono stupidi”.
La destra facendo fuori Solinas per candidare Truzzu ha rinnegato l’amministrazione uscente?
“è la dimostrazione palese della loro catastrofe. Loro sapevano perfettamente che con Solinas non sarebbero andati da nessuna parte. Tentano con Truzzu di dare una svolta ma sarà la stessa cosa anche perché Truzzu mi risulta essere tra i sindaci meno amati di tutta Italia”.
Todde ha due avversari: Truzzu ma anche Renato Soru. Perché un voto a Soru è un voto a Truzzu?
“La legge elettorale parla chiaro. Nel momento in cui si alimenta questa divisione quando si voterà per Soru quel voto andrà automaticamente a destra. La sinistra è tutta compatta nella coalizione che abbiamo presentato. Mentre chi voterà per Soru regalerà a tutti gli effetti un voto alle destre”.
Se Todde dovesse vincere, l’alleanza Pd-M5S potrebbe diventare strutturale?
“Diciamo che ogni Regione è un caso a sé. Per quello che riguarda la Sardegna questa alleanza è stata costruita in cinque anni di consiglio regionale insieme con un’opposizione unita e compatta. Si tratta di un caso particolare che si potrà sicuramente ripetere nelle altre regioni ma, ripeto, questa alleanza non è stata decisa a tavolino. È il risultato finale di un lavoro di cinque anni”.
Ce le dice tre priorità per la Sardegna?
“La prima: la sanità in assoluto. La seconda incentivare il lavoro giovanile nell’ottica della lotta allo spopolamento. Terza i trasporti. Ricordiamoci che a ottobre finirà la proroga della continuità territoriale aerea. Dunque bisogna intervenire con la presentazione di un nuovo progetto”.
Todde ha parlato di fascisti al governo. Condivide?
“Sì, assolutamente. Anche il modo di operare in questi cinque anni delle destre in Sardegna la dice lunga. Non hanno lasciato spazio mai al confronto con le opposizioni. A volte credo non sappiano proprio cosa sia la democrazia”.
Salvini a Sassari ha invocato l’intervento della Brigata Sassari per riportare la sicurezza in città.
“Io inviterei Salvini a portarsi la Brigata Sassari a casa sua. Perché Sassari non ne ha bisogno. Ha bisogno di incentivare e rimpolpare le forze dell’Ordine, sicuramente, perché c’è una carenza oggettiva che riguarda tutte le città sarde. Ma per la soluzione del problema della sicurezza servono interventi strutturali come ad esempio l’attivazione di progetti legati al potenziamento dell’illuminazione pubblica e delle reti di videosorveglianza urbana; la creazione di progetti volti alla riqualificazione e alla rivitalizzazione delle zone colpite da disagio. Insomma progetti per riportare la popolazione sassarese a vivere nel proprio centro storico cuore pulsante della nostra città. L’esercito se lo porti Salvini a casa sua”.
Perché Todde è la persona giusta?
“Perché è persona nuova, è libera da certi meccanismi politici e lavora nell’esclusivo interesse del popolo e del territorio sardi”.