Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, disegna in un documento il futuro di Gaza dopo la guerra iniziata con gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Due gli obiettivi principali: distruggere Hamas e chiudere l’Unrwa. Dopo la guerra, per il premier israeliano, il primo obiettivo è installare “funzionari locali” non legati al terrorismo per amministrare la Striscia.
Il documento, pubblicato nella notte, non nomina l’Autorità palestinese ma non ne esclude neanche la partecipazione, anche se dice chiaramente che la gestione di Gaza spetterà a “funzionari locali” con esperienza amministrativa, che non devono essere “legati a Paesi o entità che sostengono il terrorismo”. Un modo per dire, probabilmente, che l’intenzione è che siano funzionari israeliani a gestire la Striscia.
Il piano di Netanyahu per Gaza dopo la guerra: la chiusura dell’Unrwa
Tra i punti principali del piano del governo di Netanyahu c’è anche la chiusura dell’Unrwa. Nel piano si ricorda il presunto coinvolgimento di 12 membri dell’Agenzia nei fatti del 7 ottobre e per questo si scrive che Israele lavorerà per sostituire l’agenzia con altre “organizzazioni umanitarie internazionali responsabili”.
Per quanto riguarda gli obiettivi a breve termine, nel piano si spiega che la guerra continuerà fino al raggiungimento di alcuni traguardi: la distruzione della capacità militare e della struttura di governo di Hamas, il ritorno degli ostaggi e la rimozione di ogni minaccia a Gaza.
Il progetto prevede anche la creazione di una zona cuscinetto dal lato palestinese del confine della Striscia. Per quanto riguarda il confine con l’Egitto, Israele punta a imporre anche una chiusura a sud contro il terrorismo. Intanto il governo israeliano ha deciso di sottoporre alla Commissione suprema per la progettazione il piano di costruzione di oltre 3300 alloggi in Cisgiordania.