“Ma allora è vivo…!”. È una delle frasi che circolavano ieri alla fiera di Cagliari tra il pubblico accorso ad ascoltare i big del centrodestra, all’apparizione di Christian Solinas accanto a Meloni & Co. Da giorni l’ormai ex presidente sardo era desaparecido. Da quando è stato prima spogliato della candidatura per il secondo mandato dalla sua stessa maggioranza e poi ne è stato messo in dubbio il ruolo di segretario del Partito Sardo D’Azione, Solinas era sparito dai radar.
“Ma allora è vivo…!”. È una delle frasi che circolavano ieri alla fiera di Cagliari all’apparizione di Christian Solinas accanto a Meloni & Co
Un’evanescenza determinata un po’ dalla volontà sua, un po’ (diciamo, molto) dalla volontà altrui. Cioè degli alleati, che non sono più tanto amici e che hanno fatto di tutto per non averlo ai propri eventi elettorali. “Far dimenticare Solinas” è stato il mantra della campagna elettorale di Paolo Truzzu, alias Trux, un altro che già di suo non scalda proprio i cuori degli elettori. E tra gli ex amici di Christian, anche quel leader del Carroccio, Matteo Salvini, che lo aveva difeso fino all’ultimo, salvo poi capitolare anche a causa dei processi, dei rinvii a giudizio richiesti e delle indagini che attendono Solinas al palazzo di Giustizia.
Nelle ultime due settimane Solinas non ha praticamente fatto campagna elettorale, inusuale, per uno che ha sempre campato di politica. Lunedì scorso Salvini ha visitato il cantiere sulla Statale 195 “Sulcitana”. Naturalmente il Capitano, caschetto d’ordinanza e pettorina (ma senza ruspa) ha promesso fondi e ha stigmatizzato i ritardi: “Bisogna recuperare decenni di ritardo perché da Roma la Sardegna era troppo lontana”, ha enunciato solennemente, forse dimenticando che proprio lui aveva nominato Solinas commissario straordinario per 10 opere stradali che languono da decenni (tra le quali proprio la 195), con oltre 1 miliardo di euro di budget.
Del resto Solinas non era al suo fianco per ricordarglielo. Persino a Capoterra (dove Solinas possiede i famosi ruderi per i quali è indagato per corruzione) il Capitano era solo. Stesso discorso, anzi, amplificato, per gli appuntamenti elettorali della coalizione e di Truzzu, che da anni cova un (neanche tanto) cordiale odio nei confronti dell’ex presidente. Figuriamoci ora… Tre giorni fa Solinas era atteso all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Sassari (la stessa che ha negato l’accesso alla sua tesi di laurea, definendola “opera d’ingegno, meritevole di tutela e protetta dalla privacy…”). Non pervenuto.
Insomma, un ex presidente in disarmo. Come in disarmo è la sua mega-villa in via del Tritone acquistata per un milione di euro, che, come annota il messo comunale incaricato di consegnargli la notifica del ricorso intentato per la sua decadenza: “In loco confermano essere la sua casa, ma è risultata apparentemente disabitata e il giardino è in stato di abbandono…”.
Soru beneficerà del voto disgiunto del Psd’Az
Ma se Solinas piange, Renato Soru non ride. Almeno non dovrebbe, visto che è stato scaricato anche da quella parte del Pd che lo aveva inizialmente sostenuto. Tutti ora stanno con Alessandra Todde. A Soru, però, arriveranno i voti dagli elettori Psd’Az, che sempre meno nascostamente hanno optato per il voto disgiunto. Infine, una nota di (triste) colore: ieri, durante il confronto tra candidati registrato negli studi della TgR, Soru ha litigato violentemente con uno dei tre giornalisti chiamati a fare le domande ai candidati. Ad innescare la querelle, la scarsa visibilità che Soru lamenta da parte di alcuni media.
Mr. Tiscali protagonista di un duro scontro tv oscurato dalla TgR
Uno scontro talmente acceso, da costringere la TgR a sospendere la registrazione per oltre mezz’ora e a farla ripartire da capo. Un episodio sgradevole che però i sardi rischiano di non veder mai trasmesso. Tanto che gli esponenti 5S in commissione di Vigilanza Rai hanno chiesto che “la TgR renda fruibile questo contenuto”, poiché “riteniamo che sia corretto che i cittadini ed elettori possano vedere il video e giudicare con i propri occhi quanto accaduto. È una questione di trasparenza”.