L’inflazione aumenta a gennaio e a preoccupare sono soprattutto i rincari per il cibo, che non si arrestano. E che dimostrano il completo fallimento del governo nonostante i suoi toni trionfalistici sul carrello tricolore che non ha avuto alcun effetto (anzi) ed è poi stato cancellato.
L’Istat conferma l’aumento dell’inflazione di gennaio rilevata nella stima preliminare: la crescita è dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annuale (contro lo 0,6% del mese precedente). A salire sono soprattutto i prezzi dei servizi relativi ai trasporti e dei beni alimentari non lavorati (da +7% a +7,5%). Valori attenuati dalla discesa dei prezzi dei beni energetici regolamentati.
L’inflazione risale, allarme per i prodotti alimentari
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, è “allarmante soprattutto il balzo degli alimentari che rincarano in un solo mese dello 0,8% nonostante alcuni prezzi siano oramai lunari”. Qualche esempio? “Il latte fresco intero, nonostante oramai costi più di un litro di benzina, aumenta ancora dello 0,2% in un solo mese, addirittura +1,1% quello conservato. L’olio di oliva sale nuovamente nonostante costi già più dell’oro fuso, +2% in un solo mese, +44,4% su base annua”.
Secondo i calcoli dell’Unc per una coppia con due figli, l’inflazione attuale vuol dire “un aumento del costo della vita pari a 181 euro su base annua”, ma solo grazie alla discesa dell’energia. Il problema, sottolinea l’associazione, è “che servono 466 euro solo per far fronte ai rincari del 5,8% di cibo e bevande, 489 euro per il carrello della spesa”.
L’allarme per le famiglie
Assoutenti sottolinea come a preoccupare sia la risalita dei prezzi nei settori primari per le famiglie, parlando di “crisi nera” per gli alimentari. Come spiega il presidente, Gabriele Melluso, “solo per mettere il cibo in tavola una famiglia con due figli si ritrova oggi a spendere 466 euro in più su base annua”. Per Anna Rea, presidente Adoc nazionale, “per calmierare i prezzi è urgente agire con responsabilità, non limitandosi all’inutile propaganda. Inoltre è evidente la necessità di affrontare anche la crescente sfida che riguarda i prodotti alimentari, evidenziata dalla battaglia degli agricoltori di questi giorni. Chiediamo al governo un’azione decisa”.
D’altronde, prosegue, l’inflazione “rappresenta la principale causa della riduzione dei risparmi delle famiglie, erosa non solo dall’aumento dei tassi di interesse, ma anche dall’accresciuta povertà e dalla perdita di potere d’acquisto delle persone. È preoccupante notare come le banche continuino a registrare extraprofitti, mentre le famiglie subiscono pesantemente le conseguenze di questa situazione”.
Il Codacons evidenzia come il 2024 si sia aperto con una nuova risalita dei prezzi, a cui aggiungere il fatto che “sui listini al dettaglio incombe ora l’incubo del caro-benzina, con nuovi i rialzi dei carburanti che potrebbero determinare una nuova spinta inflattiva”.