La destra chiude la campagna elettorale con i leader nazionali, Alessandra Todde invece ha deciso una chiusura sarda. Ettore Licheri, senatore e coordinatore regionale del Movimento Cinque Stelle in Sardegna, perché questa scelta?
“Perché abbiamo realizzato in Sardegna la più grande coalizione progressista che la storia politica sarda abbia mai visto. Undici forze politiche che hanno fuso i rispettivi programmi all’interno di un manifesto di 210 pagine che racconta la nostra idea di Sardegna. Ed insieme, abbiamo individuato la candidata più indicata a raccontare questa comune visione. Il Presidente Giuseppe Conte lo ha detto chiaramente in più di una occasione: lui da Roma non ha mai fatto una sola telefonata per imporre il nome della Todde. Alessandra è una candidata autenticamente sarda che i sardi, con il loro voto, potranno mandare al governo dell’isola dopo la storica figura di Eleonora d’Arborea. Dovrà essere una festa di popolo, del popolo sardo”.
Todde ha due avversari: Paolo Truzzu ma anche Renato Soru. Perché un voto a Soru è un voto a Truzzu?
“Esiste un’intesa elettorale tra Renato Soru ed il centrodestra sardo. Il rifiuto dell’imprenditore a collaborare con le forze progressiste, l’appoggio tecnico della destra al deposito delle sue liste, il livore verso Alessandra Todde e l’indulgenza per Truzzu, il suo accordo con Cucca già designato Direttore Generale di Solinas e le dichiarazioni di Salvini che da Milano incorona Soru come suo eroe, dicono una cosa sola: Soru è parte essenziale del progetto di vittoria della destra. E di questo lui ne dovrà rispondere agli elettori sardi”.
Se Todde dovesse vincere, l’alleanza Pd-M5S potrebbe diventare strutturale?
“Questo non spetta a me dirlo, dico però che per noi la Sardegna non è un laboratorio in cui sperimentare l’efficacia o meno di un’alleanza. Intanto pensiamo a strappare la Regione dalle mani di questa destra che ha fallito e che lascia tre miliardi e mezzo di euro non spesi mentre fuori dai Palazzi c’era un’isola che piangeva la fame”.
Il centrodestra facendo fuori Christian Solinas per candidare Truzzu ha in un certo senso rinnegato l’amministrazione uscente?
“La destra ha spiegato che la defenestrazione di Solinas era un segno di discontinuità rispetto al passato. Ma qualcuno può credere che i disastri di questi cinque anni Solinas li abbia compiuti da solo? È un maldestro tentativo di scappare dalle loro responsabilità. È il ‘sistema Solinas’ che diventa ‘sistema Truzzu’. È il boia che si cambia il cappuccio”.
Come pensate di ridare speranza alla Sardegna? “Sanità e trasporti sono le leve del rilancio di questa terra. Ma questo non potrà accadere fino a che gli ospedali resteranno un appetitoso bacino di voti per la vecchia politica. Lei crede che i concorsi di primari e le nomine di questi giorni di campagna elettorale siano una casualità? Sui trasporti poi meglio stendere un velo di pietà. Sono temi su cui non servono riforme ma una classe politica che parta da una premessa: la sanità pubblica e la mobilità dei sardi non è un affare di pochi, è un diritto di libertà di tutti”.
Matteo Salvini, in visita a Sassari, ha invocato l’intervento della Brigata Sassari per riportare la sicurezza in città. Che ne pensa?
“Qualcuno ricordi a Salvini che l’ordine pubblico è di competenza del Ministro degli Interni ed il Ministro degli Interni è un suo uomo. La smetta con le invocazioni e si metta piuttosto a lavorare, anche se capisco quanto gli sia difficile non avendo mai lavorato in vita sua”.
Perché Todde è la persona giusta su cui puntare in Sardegna?
“Perché è una donna che ha due lauree, una manager capace e competente, tra le prime cento donne più influenti nel campo dello sviluppo tecnologico ed ha alle spalle due esperienze di governo in cui ha dimostrato ampiamente di saper amministrare. Ma soprattutto è una donna che si è fatta da sé”.