Ogni paese ha il suo Salvini e dalle parti degli Stati Uniti il loro Salvini risponde al nome di Donald Trump. Non è un caso infatti che il magnate americano sia uno degli idoli di riferimento del ministro leghista. Intervistato martedì dalla rete amica Fox News l’ex presidente americano – ora in corsa per le prossime elezioni – si è paragonato ad Alexi Navalny dichiarandosi “un perseguitato”. Trump ha definito Navalny “un uomo molto coraggioso” e ha paragonato la multa di 355 milioni di dollari inflittagli per un processo di frode a New York a un’oppressione “esattamente come” per il dissidente russo.
Multato per frode, l’ex presidente americano Donald Trump si paragona ad Alexi Navalny
“È una forma di comunismo, o di fascismo” ha detto Trump, aggiungendo che ciò che è accaduto a Navalny “sta accadendo anche” negli Usa. “Ci stiamo trasformando in un paese comunista in molti modi. Ho otto o nove cause giudiziarie tutte a causa del fatto che… sono in politica”. Anche nell’utilizzo del benaltrismo il magnate americano è molto simile al leader della Lega: parlare di se stesso per Trump è stata una facile via d’uscita per non nominare Putin. Così, nonostante le domande della conduttrice Laura Ingraham, Trump è riuscito a non pronunciare mai il nome del presidente russo, ritenuto dalla comunità internazionale il colpevole della morte di Navalny.
Mentre Salvini in Italia invocava chiarezza dai giudici di un Paese non libero Trump negli Usa paragonava la frode alla dissidenza: un asse politico perfetto di vigliaccheria politica. Nel frattempo ieri Matteo Salvini ha lanciato dal suo Ministero dei trasporti uno spot sulla sicurezza stradale dove gli attori in auto non indossano le cinture di sicurezza. Mi pare che sia la metafora perfetta.