La porta d’accesso della droga è sempre la stessa: il porto di Gioia Tauro. Ieri i Finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria – con il supporto operativo dello Scico e con la collaborazione di Europol e della Dcsa – hanno dato esecuzione ad un provvedimento che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di due funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in servizio presso l’Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro e gli arresti domiciliari nei confronti di una dipendente di una società di spedizione che sarebbero coinvolti in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il destinatario è la ‘Ndrangheta, la più potente organizzazione criminale che gestisce e rifornisce le piazze di spaccio in tutta Europa, secondo i rapporti della Direzione investigativa antimafia.
La porta d’accesso della droga è sempre la stessa: il porto di Gioia Tauro. Nel 2022 sequestrati oltre 16mila chili di stupefacenti
I doganieri, in servizio in punti nevralgici del dispositivo di controllo, quali il controllo scanner e quello “visivo” mediante apertura dei container, avrebbero consentito l’uscita dal porto di ingentissimi quantitativi di cocaina mediante l’alterazione degli esiti delle ispezioni o l’omessa rilevazione di anomalie nei carichi controllati. Tra i documenti sequestrati anche delle accurate istruzioni per i narcos sudamericane per collocare i pacchetti all’interno dei carichi di copertura perché non venissero intercettati. Le indagini hanno consentito di ricostruire il coinvolgimento degli arrestati in 5 importazioni di stupefacente, realizzate tra giugno 2020 e ottobre 2022, per oltre 3 tonnellate di cocaina, delle quali 2,7 intercettate dai finanzieri e sottoposte a sequestro. Il porto di Gioia Tauro è la bocca da cui passa la la maggior parte della cocaina e marijuana. Dopo un paio di anni di delocalizzazione nei porti di Livorno, La Spezia, Genova e del litorale laziale la ‘Ndrangheta è tornata a utilizzare il porto calabrese come punto nevralgico dell’approdo di stupefacenti.
Contestato il traffico internazionale di stupefacenti. Trovate le istruzioni impartite ai narcos per il confezionamento
Nel dossier annuale della Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) del Viminale dell’anno scorso si attesta la ripresa del narcotraffico ai livelli pre pandemia, con particolare incremento della cocaina. Si legge nel rapporto: “Il volume totale dei sequestri di droga è passato dalle 92,79 tonnellate, rinvenute nel 2021, alle 75,01 tonnellate del 2022, con un decremento percentuale del 19,17%; si può osservare, però, nei risultati, suddivisi per tipo di sostanza, una sensibile crescita dei sequestri di cocaina. Il risultato complessivo, comunque, è il sesto più alto nella serie decennale; se si esclude il quinquennio 2014-2018 e lo scorso 2021, periodi segnati da particolari e contingenti elementi di caratterizzazione, non era mai stato raggiunto un livello di sequestri così consistente, negli ultimi 40 anni”.
Nel 2022 in Calabria sono stati sequestrati oltre 19mila chili di droga
Per la Dcsa in questo scenario “si rafforza il ruolo egemone della ‘ndrangheta calabrese, che continua a rappresentare l’organizzazione mafiosa italiana più insidiosa e pervasiva, caratterizzata da una pronunciata tendenza all’espansione sia su scala nazionale che internazionale”. La disponibilità di ingenti capitali illeciti e una spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti del traffico le hanno permesso, nel tempo, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale. Nel 2022 in Calabria sono stati sequestrati 19,459,72 chili di droga di cui 16.110,38 solo a gioia Tauro, pari all’80,35% dei quantitativi rinvenuti presso la frontiera marittima. La cocaina arriva in Calabria soprattutto da Ecuador e Brasile. La lotta alla droga e alle mafie è un processo molto serio che non si ferma all’arresto degli spacciatori minorenni di Caivano. Quelle tasche vengono riempite partendo da qui.