La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Sotto accusa finisce inevitabilmente il ministro competente in materia, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che è diventato il primo sostenitore del progetto. Anche se va sottolineato che l’indagine non contiene né indagati né ipotesi di reato specifiche.
L’indagine nasce dall’esposto presentato dal deputato di Avs, Angelo Bonelli, dalla segreteria del Pd, Elly Schlein, e dal segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. A finire sotto accusa, secondo quanto prevede l’esposto, è il progetto sul Ponte: la denuncia è stata depositata a Piazzale Clodio il primo febbraio e riguarda “l’attività di progettazione e realizzazione” del ponte.
L’esposto sul Ponte sullo Stretto e la replica di Salvini
I parlamentari nell’esposto chiedono ai pm di spiegare perché la società Stretto di Messina Spa abbia “ritenuto di non rendere pubblici documenti fondamentali per l’entità del progetto e le procedure”. Nell’atto si sottolinea che la società “ha opposto più volte diniego alle richieste di fornire sia la relazione di aggiornamento al progetto, che l’atto negoziale, nonostante un componente del comitato scientifico avesse pubblicamente affermato di aver reso pubblica la suddetta relazione”. Documenti che erano stati richiesti dagli stessi parlamentari.
Secondo i quali il rifiuto della società, “che con il Decreto viene costituita quale società in house, di consegnare documenti espressamente previsti dal decreto impedisce di esercitare un diritto ed un’azione di controllo e verifica. La SdM SpA si è rifiutata di consegnare l’atto negoziale che consentirebbe di verificare in quanto tempo la società Webuild ha raggiornato un progetto complesso, vecchio di 12 anni”.
L’esposto prende in considerazione anche gli incontri precedenti al varo del decreto Ponte, come quelli tra Salvini e l’ex ministro Lunardi. Un esempio è quello arrivato prima del decreto di ottobre 2022 tra Salvini, Lunardi e Pietro Salini (a capo della cordata Eurolink). Il vicepresidente del Consiglio comunque si dice convinto che l’opera andrà avanti e contrattacca: “Solo in Italia si riesce a fare battaglia politica su un ponte, una autostrada, sulla Tav. Quello sullo Stretto serve a unire milioni di siciliani, inquinare di meno, viaggiare più in fretta. Il Pd ha fatto una denuncia alla procura perché vogliamo fare il ponte, che è un diritto di milioni di italiani”.