L’ex informatore dell’Fbi, Alexander Smirnov, incriminato nei giorni scorsi per aver mentito al Bureau e inventato le accuse di corruzione contro Joe Biden e suo figlio Hunter, ha confessato di essere stato aiutato da 007 russi nel tentativo di infangarli. Smirnov, riferisce la Cnn citando atti processuali, ha riferito che era in contatto con “quattro diversi dirigenti russi”, tutti “alti dirigenti” e due dei quali “sono i capi delle entità che rappresentano”.
Alexander Smirnov è stato incriminato per aver inventato le accuse di corruzione contro il presidente Joe Biden e suo figlio Hunter
La rivelazione è stata fatta dal Dipartimento di Giustizia in un memo relativo alla sua detenzione. Smirnov, 43 anni, era stato arrestato nei giorni scorsi all’aeroporto internazionale Harry Reid di Las Vegas dopo il suo arrivo dall’estero. Era considerato uno dei testimoni d’accusa chiave dell’indagine di impeachment lanciata dai repubblicani alla Camera contro il presidente e la sua presunta complicità nei controversi affari stranieri del figlio Hunter.
Rischia una pena massima di 25 anni di carcere se condannato
L’ex talpa dell’Fbi è stata incriminata per aver mentito sul presunto coinvolgimento di padre e figlio nelle attività della società energetica ucraina Burisma, quando il primo era vicepresidente e il secondo sedeva nel board della compagnia a 50 mila dollari al mese. Rischia una pena massima di 25 anni di carcere se condannato.
L’ex talpa dell’Fbi Alexander Smirnov “ha preso di mira il presunto candidato di uno dei due principali partiti politici degli Stati Uniti”, ha “propagato attivamente nuove menzogne che potrebbero avere un impatto sulle elezioni statunitensi” dopo aver incontrato spie russe alla fine dell’anno scorso e le ricadute delle sue precedenti false accuse di corruzione sui Biden “continuano a farsi sentire fino ad oggi”. Lo affermano i procuratori dell’inchiesta, facendo un evidente riferimento alla controversa indagine di impeachment lanciata ai repubblicani alla Camera americana.