Il prezzo della benzina torna a far paura, tanto da aver di nuovo superato i 2 euro al litro in modalità servito. Un incremento che segue l’instabilità delle quotazioni del petrolio che, però, non sono poi salite così tanto negli ultimi tempi, restando a livelli ben inferiori rispetto a settembre-ottobre.
A lanciare l’allarme sull’andamento dei costi dei carburanti è l’Unione nazionale consumatori, analizzando i dati settimanali del ministero dell’Ambiente: “Prosegue la corsa dei carburanti che dura ininterrottamente da un mese. In appena una settimana la benzina sale dell’1,3%, il gasolio dell’1,72% con un pieno da 50 litri che costa, rispettivamente, 1 euro e 20 cent e 1 euro e 55 cent in più”.
I prezzi della benzina e gli aumenti record
Il prezzo della benzina in modalità self è salito attestandosi a 1,864 euro al litro, mentre il gasolio raggiunge quota 1,832 euro al litro. L’aumento è di 0,23 euro per la prima e di 0,31 per il secondo.
“Ma quello che preoccupa – sottolinea il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona – è che in appena un mese, ossia dalla rilevazione del 15 gennaio, non solo sia la benzina che il gasolio hanno sfondato la soglia di 1,8 euro al litro, ma un litro di benzina self è aumentato di oltre 9 cent, +5,4%, pari a 4 euro e 75 cent per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio il rincaro è di quasi 11 cent al litro, +6,3%, pari a 5 euro e 40 cent a rifornimento”.
Come detto, inoltre, negli scorsi giorni la benzina in modalità servito è tornata sopra la soglia psicologica dei 2 euro al litro. Per queste ragioni Dona chiede al governo di intervenire “altrimenti di questo passo ci saranno ricadute non solo dirette sulle tasche degli automobilisti ma anche sulla merce trasportata, con effetti sull’inflazione”. Insomma, il rischio è quello che l’inflazione torni a tormentare le famiglie italiane già tartassate dal caro-vita e dall’impossibilità di recuperare il potere d’acquisto perso.