Una dichiarazione chiarissima. E che inevitabilmente spacca ancora di più la maggioranza. Peraltro su un tema delicato com’è quella della giustizia. A parlare è un personaggio di spicco di Fratelli d’Italia: la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo. “È evidente che dal punto di vista dell’Antimafia non esistono intercettazioni inutili, anzi spesso hanno portato ad eccezionali risultati” e “posso affermare che non possiamo farne a meno”.
La presidente della Commissione, Colosimo: “Dal punto di vista dell’Antimafia non esistono intercettazioni inutili”
Parola, come detto, della presidente della commissione parlamentare Antimafia Colosimo a un convegno a San Macuto, ospitato dalla commissione, per i 25 anni del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria. Parola che in un’altra realtà e in un altro periodo storico sarebbero forse sembrate assolutamente normali. Ordinarie. Dovute, forse. Ma non col governo Meloni. E non, soprattutto, con un esecutivo che vede Carlo Nordio ministro della Giustizia.
Il motivo è presto detto. Nell’ormai famoso “ddl Nordio” si prevede un’importante stretta all’uso delle intercettazioni, sulle quali, ha detto lo stesso ministro in una comunicazione alle Camere, “è necessario razionalizzare la spesa”. Ed ecco allora il testo, approvato già al Senato e ora passato a Montecitorio, che prevede tra le altre cose una stretta sull’uso proprio delle intercettazioni telefoniche. Nel dettaglio, il testo introduce alcune modifiche alla disciplina delle intercettazioni al fine di rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimento rispetto alla circolazione delle comunicazioni intercettate. È in particolare introdotto il divieto di pubblicazione, anche parziale, del contenuto delle intercettazioni in tutti i casi in cui quest’ultimo non sia riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento; è inoltre escluso il rilascio di copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori.
Certo, Nordio ha anche specificato più e più volte che non saranno mai toccate le intercettazioni relative ai reati di mafia. Ma è anche vero – e stupisce che questo non sia stato specificato da chi per una vita ha fatto il pubblico ministero – che le criminalità spesso vivono di cosiddetti “reati spia” dietro cui si nasconde la componente mafiosa: non indagare a dovere su questi potrebbe significare non far mai emergere la vera natura di un’associazione criminale.
Il ddl fortemente voluto dal ministro Nordio prevede una radicale razionalizzazione dei mezzi d’indagine
C’è da dire, però, che i temi di discussione dopo le parole pronunciate ieri dalla Colosimo sono diversi. Non solo intercettazioni, dunque. Ma anche, ad esempio, capitolo confische di beni. “Non possiamo spuntare le armi”, ha detto non a caso la presidente della commissione Antimafia. L’Italia ha “fatto scuola non solo in Europa, ma perfino nel mondo”. E il sequestro è preventivo “perché laddove ci fosse un errore, i beni possono tornare laddove sono stati tolti”, ha ricordato. La presidente della Commissione Antimafia ha sottolineato che il tema “a monte è: oggi abbiamo una mafia che qualcuno chiama silente, sommersa. La certezza è che la violenza è l’estrema ratio e la criminalità organizzata si muove sui grandi capitali. Di fronte a queste certezze non possiamo non usare le armi che abbiamo”.
Armi che, dunque, non possono essere toccate. Un allarme che agli esperti suona quasi come fosse preventivo. Quasi a voler scongiurare che altri temi cari alla lotta alle mafie vengano toccati. Un’avvisaglia per il ministro Nordio, in particolare. Che sa bene che la maggioranza, specie sul suo operato, è divisa. E non lascerà correre altre fughe in avanti.