Christian Solinas deve essere subito “sospeso” o comunque “inibito” dallo “svolgimento delle funzioni di Segretario nazionale e legale rappresentante del PS.d’Az (Partito Sardo d’Azione, ndr)”. È la richiesta urgente – tecnicamente un ricorso ex art. 700 del codice di procedura civile – presentata nei giorni scorsi dall’ex responsabile organizzativo nazionale del partito e attuale membro del Consiglio nazionale, Stefano Esu, al tribunale di Cagliari.
L’esposto, redatto dall’avvocato Roberto Murgia, ha già sortito un primo effetto: il giudice Bruno Malagoli ha infatti fissato l’udienza di sospensiva per le 11 del 22 febbraio 2024, tre giorni prima delle regionali. Se sarà accolto, anche solo in via sospensiva, il ricorso avrà un effetto deflagrante sul Partito Sardo d’Azione, perché comporterà che Solinas “non sia più legittimato a rappresentare il Partito e a compiere gli atti funzionali alla carica rappresentativa, in particolare quelli relativi alle prossime competizioni elettorali”. Per i ricorrenti sarebbero plurime le cause di decadenza di Solinas. Si va dal pagamento fuori tempo massimo della tessera del partito per l’anno 2018, all’approvazione definita “illegittima” di due rendiconti finanziari del partito, fino al fatto che il presidente sardista oggi aderisca a un altro movimento politico – ben distinto dal Partito Sardo d’Azione – denominato “Lista Solinas Presidente”.
Solinas e le tessere fantasma
Il primo grattacapo per Solinas, secondo i ricorrenti, deriva dal fatto che “non ha rinnovato la tessera di iscrizione (al partito, ndr), per l’anno 2019, entro il termine perentorio stabilito dallo Statuto”. Da regolamento, infatti, la tessera deve “essere rinnovata entro il 30 Settembre di ogni anno. Si dovrà contestualmente versare la quota associativa fissata, di anno in anno, dal Consiglio Nazionale”. Solinas invece non avrebbe pagato la tessera per sé (e per altri membri a lui vicini) – 9.000 euro complessivi – entro il termine del 30 Settembre 2018. A testimoniare il mancato pagamento, il sollecito inoltrato via pec a Solinas il 21 giugno 2019 da Auditors Associati s.r.l., la società di revisione contabile del Psd’Az.
Con la missiva, i revisori chiedevano al segretario di voler confermare di aver versato al Partito, il 3 giugno 2019, un assegno di 9.000 euro con la causale “saldo tesseramento con scadenza 30.9.2018”. Che Solians e amici fossero “morosi” verso il partito, lo aveva dichiarato lo stesso segretario amministrativo, Giorgio Graziano Cherchi (uomo assai vicino a Solinas), il 13 giugno 2019. Quindi, si chiedono i ricorrenti: com’è possibile che si rimanga segretario di un partito se non si è nemmeno iscritti a quel partito? “Dalla mancata iscrizione al Partito nell’anno 2019, discende la decadenza di Christian Solinas anche dalla carica di Segretario del PSd’Az. a far data dall’1 gennaio 2019”, annotano i ricorrenti.
Che aggiungono: “L’art. 20 dello Statuto impone che il segretario sia eletto tra gli iscritti, ed è ovvio che tale condizione deve sussistere al momento dell’elezione ma anche perdurare per tutto il tempo di durata della carica”. Non solo, il ritardo nel pagamento di Solinas, avrebbe impedito al partito di chiudere il rendiconto del 2018 (perfezionato solo il 3 giugno 2019, dopo il saldo tardivo del presidente), determinando una multa di 60mila euro comminata al Psd’Az dalla “Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici”, notificata il 4 dicembre 2019.
Il rendiconto
E, a proposito di rendiconti, nell’esposto si riporta come i rendiconti di esercizio al 31.12.2021 e al 31.12.2022 siano stati entrambi approvati dalla Segreteria nazionale del Psd’Az, “invece che dal Consiglio Nazionale, l’unico organo statutariamente preposto”, a norma dell’art. 25 dello statuto del partito, e poi inviati alla Commissione parlamentare. Solo dopo la presentazione della richiesta di accesso agli atti da parte dei ricorrenti, datata 21 luglio 2023, “il Consiglio nazionale veniva convocato, per il giorno 28.10.2023, con al punto 5 dell’ordine del giorno: Rendiconto 2021 e Rendiconto 2022. Il tutto finalizzato evidentemente all’approvazione retroattiva dei medesimi”, si legge nell’esposto.
Il doppio partito di Solinas
Infine, Solinas dovrebbe essere dichiarato decaduto dalla carica anche perché dall’11 gennaio 2024 ha aderito al movimento politico “Lista Solinas Presidente”, contravvenendo all’art. 7 dello Statuto che recita: “La qualifica di Sardista è incompatibile con l’iscrizione o l’adesione a qualsiasi altro Partito, Movimento Politico o gruppo assembleare ove sia costituibile il gruppo sardista. Il verificarsi di tale incompatibilità comporta l’espulsione automatica dell’iscritto”. Insomma, per Esu, ci sono plurime motivazioni per dichiarare Solinas decaduto dalla segreteria. Sicuramente il giudizio di merito arriverà dopo le regionali, tuttavia, se dovesse essere accolta la richiesta di sospensiva, ogni attività elettorale dell’attuale presidente sardo dovrebbe essere congelata. Per fortuna (di Solinas) il comizio di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani a sostegno della candidatura di Paolo Truzzu è stato confermato per il 21 febbraio a Cagliari, il giorno prima dell’udienza. Sarebbe stato infatti alquanto imbarazzante per i tre big essere sullo stesso palco del segretario del Psd’Az, che non è più segretario del Psd’Az…