Come ai tempi del Covid. Torna lo scudo penale per i professionisti sanitari con l’approvazione di un emendamento al decreto Milleproroghe in commissione Bilancio e Affari costituzionali alla Camera. Gli errori commessi dai medici che provocano lesioni personali o la morte del paziente non saranno perseguibili penalmente in caso di colpa lieve. Ma l’emendamento a firma Annarita Patriarca (deputata di Forza Italia) fissa anche dei paletti. per l’applicazione della non punibilità.
Le novità nel decreto attuativo del Milleproroghe. Il 90% delle cause ai camici bianchi porta all’assoluzione
Lo scudo penale viene previsto nei casi di colpa lieve e se il danno procurato è avvenuto in particolari situazioni, come quella di “grave carenza di personale sanitario”. In sostanza la non punibilità dei medici va considerata tenendo conto delle “condizioni di lavoro del professionista sanitario, dell’entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili” e anche del “minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato”.
In sostanza, più sono complesse e precarie le condizioni di lavoro del personale sanitario e maggiore è la possibilità di applicazione dello scudo penale nell’ultima versione dell’emendamento che, prima del via libera in commissione, è stato più volte modificato negli scorsi giorni. La norma è di fatto un’estensione di quella applicata durante la pandemia che mantiene la punizione dei medici in caso di colpa grave, mentre pazienti e familiari possono chiedere negli altri casi i risarcimenti in sede civile o stragiudiziale. L’estensione dello scudo penale varrà per tutto il 2024, con l’obiettivo che entro fine anno arrivi una riforma complessiva sul tema, che disciplini la materia in modo organico, come chiedono i sindacati. Sigle che, intanto, si dicono soddisfatte del voto parlamentare, sottolineando che nel 90% dei casi questi processi finiscono con assoluzioni o prescrizioni.
Il decreto Milleproroghe, nella sua conversione in legge, prevede per i medici, ma solo in alcuni casi, la possibilità di andare in pensione a 72 anni
Il decreto Milleproroghe, nella sua conversione in legge, registra anche altre novità per il comparto sanità. A partire dalla possibilità di andare in pensione a 72 anni, in alcuni casi, per i medici. Quelli che vogliono continuare a lavorare possono farlo fino ai 72 anni e fino al 31 dicembre del 2025. I sindacati, sul punto, hanno fatto pressione riuscendo a ottenere una modifica: chi continua a lavorare fino ai 72 anni non può mantenere l’incarico se è primario o capo di dipartimento e nel periodo di prolungamento del lavoro non può ricevere promozioni. A fare richiesta alle aziende del Servizio sanitario nazionale, quindi, devono essere i diretti interessati: sanitari, dirigenti medici e docenti universitari che svolgono attività assistenziali.
Potranno quindi restare in servizio anche per fronteggiare le esigenze riguardanti la formazione e il tutoraggio del nuovo personale. Oltre che per colmare eventuali carenze di personale. Ultime novità per il settore con il decreto Milleproroghe: è stato approvato il rifinanziamento – con 10 milioni di euro per il 2024 – del fondo per contrastare i disturbi alimentari e della nutrizione. Infine vengono sospese per tutto l’anno le multe previste per 1,7 milioni di italiani non vaccinati contro il Covid.