Il portavoce del primo ministro del britannico, Rishi Sunak, ha dichiarato di essere “profondamente preoccupato” per la prospettiva di un’offensiva militare a Rafah. La città, al confine con l’Egitto, è una delle poche regioni non ancora prese di mira da un’offensiva di terra israeliana e sta offrendo rifugio a oltre la metà dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza che sono fuggiti dai combattimenti altrove. Londra, inoltre, avverte Israele sull’urgenza di una “tregua sostenibile”. Critiche al premier Benjamin Netanyahu arrivano anche dal presidente americano, Joe Biden, anche se solo in privato.
Per il ministro degli Esteri britannico Cameron, Israele dovrebbe “fermarsi e riflettere seriamente” prima di intraprendere ulteriori azioni a Rafah
Il portavoce ufficiale del Primo ministro britannico ha dichiarato che “siamo ovviamente molto preoccupati per la prospettiva di un’offensiva militare a Rafah. Più della metà della popolazione di Gaza si rifugia lì e questo valico è fondamentale per garantire che gli aiuti possano raggiungere le persone che ne hanno disperatamente bisogno”. Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha detto che Israele dovrebbe “fermarsi e riflettere seriamente” prima di intraprendere ulteriori azioni a Rafah, che è stata colpita da pesanti attacchi aerei durante la notte.
Cameron ha aggiunto che molte delle persone a Rafah sono già fuggite da altre zone e che non c’è nessun altro posto dove andare. Parlando con i giornalisti a East Kilbride, in Scozia, ha dichiarato che “siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo a Rafah perché, diciamolo chiaramente, le persone che si trovano lì, molte si sono spostate quattro, cinque, sei volte prima di arrivarci. Pensiamo che sia davvero impossibile capire come si possa combattere una guerra tra queste persone, che non possono andare da nessuna parte”.
“Vogliamo che questa pausa porti a un cessate-il-fuoco, un cessate-il-fuoco sostenibile senza il ritorno a ulteriori combattimenti”
“Non possono andare a sud in Egitto, non possono andare a nord e tornare alle loro case perché molte sono state distrutte. Siamo quindi molto preoccupati per la situazione e vogliamo che Israele si fermi e rifletta seriamente prima di intraprendere qualsiasi altra azione”, ha sottolineato, “Ma soprattutto vogliamo una pausa immediata nei combattimenti. Vogliamo che questa pausa porti a un cessate-il-fuoco, un cessate-il-fuoco sostenibile senza il ritorno a ulteriori combattimenti. Questo è ciò che dovrebbe accadere ora”.
“Dobbiamo liberare gli ostaggi, compresi i cittadini britannici”, ha concluso il titolare del Foreign Office, “Dobbiamo far arrivare gli aiuti. Il modo migliore per farlo è fermare subito i combattimenti e trasformarli in un cessate il fuoco permanente e sostenibile”.
Biden in tre diverse occasioni ha bollato Netanyahu come “asshole”
Biden, riporta oggi l’emittente american Nbc citando cinque fonti al corrente delle conversazioni del presidente americano, ha sfogato la propria frustrazione in recenti conversazioni private sulla propria incapacità di persuadere Israele a cambiare tattiche militari nella Striscia di Gaza, indicando come ostacolo principale a un cessate il fuoco il premier Netanyahu, bollato in tre diverse occasioni come “asshole (stronzo, ndr)”, ma non intende al momento cambiare la politica di sostegno a Israele.
Già ieri il Washington Post aveva riferito di una possibile “rottura” tra l’amministrazione Usa e Netanyahu, a fronte della crescente frustrazione del presidente nei suoi confronti. Tuttavia, stando alle fonti dell’Nbc, Biden ritiene possa essere “controproducente essere troppo duro con Netanyahu pubblicamente”. Inoltre, il presidente non sarebbe ancora pronto a modificare la propria politica, ritenendo che l’approccio di sostegno inequivocabile a Israele sia quello giusto.